Le aperture rettangolari consentono alla luce solare e alla pioggia di entrare in questa piazza multiuso semi coperta progettata da Junya Ishigami per il Kanagawa Institute of Technology in Giappone. La piazza è situata proprio in un angolo del campus accanto ad un edificio anch’esso progettato dal designer giapponese.
In un testo sul progetto multiuso, Ishigami ha spiegato che nel campus mancavano spazi per i momenti di svago dove gli studenti potessero incontrarsi e sedersi a terra per chiacchierare, pranzare o fare un pisolino. La piazza è concepita come uno spazio eterogeneo con vari potenziali usi, ma è principalmente un luogo di interazione sociale spontanea. Può anche essere utilizzato per ospitare bancarelle temporanee durante i festival del campus o per mostrare i progetti degli studenti.
Quando enfatizzi le modalità di utilizzo, ti concentri sulla realizzazione di un programma. Questo progetto enfatizza maggiormente l’esperienza dello spazio piuttosto che i modi per usarlo.
Junya Ishigami
Naturalezza “multiuso” semi-esterna
Gli spazi esterni esistenti del campus erano per lo più circondati da edifici, ambienti chiaramente artificiali privi delle qualità mutevoli degli spazi naturali. La piazza ha lo scopo di completare l’architettura del campus creando la sensazione di un paesaggio in cui i cambiamenti delle stagioni e del tempo “fuori” influenzano l’esperienza fisica “dentro” lo spazio.
Nel perseguire la natura semi-esterna di questa piazza, questo luogo dovrebbe mantenere metà delle caratteristiche dell’ambiente esistente e integrare l’altra metà con elementi architettonici. Questo crea una “nuova esteriorità”
Junya Ishigami
Un orizzonte nuovo
La piazza multiuso è progettata per evocare un paesaggio che si estende verso una linea dell’orizzonte.In questo caso, è il punto in cui il pavimento si incurva per incontrare il tetto leggermente arcuato. Le finestre incastonate nelle fresche pareti bianche offrono scorci dell’interno riparato dall’esterno.
Il tetto è formato da un’unica superficie in acciaio dello spessore di 1.2 centimetri, sostenuta da quattro pareti esterne dello spessore di 25 centimetri. Una rete di “nervature” che funzionano come anelli di compressione aiuta a ridurre la tensione esercitata sulle pareti.
La luce massima del tetto è di circa 90 metri e il pavimento sottostante guadagna gradualmente cinque metri di altezza da un’estremità all’altra. L’altezza (si fa per dire) del tetto sale da circa 2,2 metri a un massimo di 2,8 metri, in linea con gli standard abitativi tipici giapponesi.
Una finestra multiuso sull’esterno. O sull’interno
Un orizzonte, dicevo, con tante finestre. 59 aperture rettangolari sono state tagliate nel tetto per consentire alla luce del giorno di entrare nello spazio multiuso. Nei giorni in cui il sole splende, sul pavimento si formano chiazze di luce ben definite, mentre nelle giornate nuvolose si crea uno schema più sfocato di luci e ombre. L’irregolarità spaziale delle ombre della luce cambia in base al tempo e alle condizioni atmosferiche.
Vento e pioggia possono entrare nell’edificio anche attraverso le aperture, migliorando il collegamento con l’esterno. Nei giorni di pioggia, è possibile vedere “colonne di pioggia” che entraro nello spazio. Il terreno della piazza multiuso è ricoperto da un asfalto permeabile che permette all’acqua di assorbirsi istantaneamente e di fluire nel terreno sottostante, mantenendo la piazza asciutta e priva di pozzanghere.
Ishigami voleva che gli utenti si sentissero a proprio agio seduti per terra all’interno della piazza, incoraggiandoli a trascorrere del tempo apprezzando gli elementi mutevoli e creando un maggiore senso di connessione con l’edificio.
Le persone possono sedersi liberamente sul pavimento in pendenza, alzarsi in piedi o persino sdraiarsi all’interno dell’edificio. Su un comodo pendio simile a una collina che sembra quasi un enorme letto, il corpo e l’ambiente sono integrati come uno scenario.
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