Collaborando in cloud e realizzando “gemelli virtuali”, le città potranno visualizzare in anticipo l’effetto delle scelte.
Negli ultimi cinque anni, alcune città del mondo hanno sviluppato veri e propri “gemelli virtuali” delle loro infrastrutture e dei loro processi. Un modo per creare un doppelganger digitale da utilizzare come piattaforma di test. In che modo questo tipo di tecnologia del gemello “virtuale” può aiutare le città a rispondere alle emergenze? Me ne viene in mente giusto una, di questi tempi.
Il gemello virtuale di una città
I gemelli virtuali sono modelli informatici molto avanzati, che tengono conto di migliaia di parametri. Dal traffico all’inquinamento, dalla popolazione alle risorse cittadine, il gemello virtuale di una città non è una semplice raccolta di dati, ma una vera e propria rappresentazione del mondo fisico. Sul gemello virtuale di una città si possono eseguire scenari, e anticipare cosa accadrà per effetto di una decisione.
La pandemia ha accelerato molte soluzioni tecnologiche e scientifiche. Tra le necessità, quella di attuare processi decisionali più rapidi e ‘intelligenti’, ossia basati su informazioni reali, per organizzare sia il presente che il complesso futuro post pandemico.
La risposta delle città: il caso di Rennes
Ne ho parlato molte volte. Gli sforzi sono tanti e in tante direzioni, specialmente in tema di sanità, urbanistica e viabilità. È chiaro che in questa fase acuta dell’emergenza serva contrastare le tante e diffuse conseguenze. Nella fase di emergenza, la priorità non è quella di risolvere la causa alla radice della crisi, ma di affrontarne le conseguenze. Intere aziende si sono dovute convertire allo smartworking, o devono fronteggiare chiusure di negozi e gestione dei servizi pubblici.
Le città stanno utilizzando software di collaborazione avanzata, come la piattaforma 3DEXPERIENCE sviluppata dalla francese Dassault Systèmes, per supportare decisioni complesse, coordinare le operazioni e tenere in funzione servizi vitali.
In Francia, ad esempio, la città di Rennes è un caso da menzionare sui risultati della collaborazione sul cloud. La “Rennes Virtuale” è un terreno di incontro e concertazione tra le reti di organizzazioni “in carne e ossa”, che possono seguire e confrontare i loro progetti, dall’economia all’ambiente passando per le esigenze della cittadinanza.
“La tecnologia non risolve i problemi,” dice Guido Porro, Managing Director EUROMED, Dassault Systèmes. “Le persone sì. Migliorare la risposta ai disastri e costruire la resilienza significa aiutare diversi gruppi di persone a lavorare insieme, ed è quello che fa la nostra piattaforma”.
Il gemello virtuale di una città può essere utilizzato per progetti in varie aree di competenza. La fornitura di servizi di mobilità, la gestione dei rifiuti o l’ottimizzazione dello sviluppo urbano, la pianificazione e lo sviluppo di un nuovo ospedale, o di un nuovo hub di trasporto. In ogni caso, la piattaforma facilita il coordinamento e la comprensione comune delle attività gestite da più settori e stakeholder della città.
Guido Porro, Managing Director EUROMED, Dassault Systèmes
Una necessità a prescindere dalla pandemia
Come detto, nella tragedia globale la pandemia ha prodotto e produrrà cambiamenti di lungo periodo. Anche positivi. Tra questi, l’organizzazione digitale dei comuni. Ogni elemento, dal modo in cui viene gestita la ristorazione nelle scuole alle regole applicate per proteggere i cittadini e i dipendenti sui trasporti pubblici, va organizzato e andrà probabilmente ridisegnato. Per questo l’idea di dotarsi di un “gemello virtuale” è cruciale per affrontare la situazione.
Architetti e urbanisti dovranno includere elementi di epidemiologia e scienza demografica nella progettazione urbana. Emergeranno nuove tipologie di progetti. Quartieri che punteranno alla qualità dell’aria, a fornire più resilienza alla comunità cittadina. In taluni casi sorgeranno quartieri, o complessi, con il dichiarato scopo di sostenere la biodiversità. Un gemello virtuale può aiutare a modellare e coordinare elementi fino ad ora apparentemente slegati. Il flusso d’aria intorno al sistema di ventilazione di un edificio. L’inquinamento in quella zona, l’impatto dei materiali di ostruzione sull’ambiente.
Sul gemello virtuale di una città sarà possibile disegnare l’embrione di una città che non sarà più una somma di case e strade, ma quasi un organismo vivente.
Occhi e orecchie ovunque. Anche sui social
Come ho detto, i “gemelli virtuali” delle città sono digitali, si, ma si basano su dati reali. E anche su persone reali, a ben guardare: sono i rappresentanti politici di una città, che possono adoperarla. Sono associazioni e stakeholders, che possono aggiungersi alla piattaforma. E sono i cittadini stessi, che ogni giorno interagiscono tra loro e con le istituzioni. Le nuove piattaforme di coordinamento e collaborazione in cloud supportano anche questa comunicazione “granulare”, dando alle organizzazioni coinvolte la possibilità di seguire le tendenze, gestire progetti, condividere e discutere idee e creare cruscotti per monitorare le proprie campagne di comunicazione. Proprio la piattaforma di Dassault, in particolare, consente di creare potenti rappresentazioni visive e modelli che riassumono anche i messaggi chiave e gli sviluppi per i cittadini. In altri termini, dalla progettazione di soluzioni al dialogo con la comunità, tutto può essere messo in collegamento.
E in futuro?
Nei prossimi anni, le città svilupperanno e utilizzeranno nuove pratiche per pianificare il loro funzionamento. I fornitori di servizi di pubblica utilità e altre organizzazioni essenziali dovranno perfezionare modelli decisionali che consentano loro di fronteggiare anche emergenze improvvise. Sarà cruciale adattarsi e mantenere intatta l’efficienza anche in contesti complessi.