Un team di ricercatori della Nanyang Technological University, Singapore ha progettato un dispositivo per comunicare con le piante. Più o meno. Il minuscolo elettrodo può sia rilevare che inviare segnali elettrici a una piccola pianta carnivora e suscitare una risposta.
Cosa “sanno” le piante?
Giocare con i segnali elettrici dei vegetali potrebbe aprire molte possibilità, sostiene il team: potrebbero permettere di monitorare i dati per ottenere informazioni sulla salute della pianta prima che si sviluppino problemi. Dei segnali potrebbero essere potenzialmente anche inviati alla pianta per stimolarla.
Un anno fa dei ricercatori in Alabama avevano osservato la capacità delle piante di comunicare tra loro tramite segnali elettrici inviati attraverso il sottosuolo. Ne ho parlato qui.
“Il cambiamento climatico minaccia la sicurezza alimentare in tutto il mondo. Monitorando i segnali elettrici delle piante, potremmo essere in grado di rilevare possibili segnali di pericolo e anomalie”, dichiara Chen Xiaodong, primo autore dello studio.
Usato per scopi agricoli, il sistema può far sapere agli agricoltori quando è in corso una malattia anche prima che gli effetti compaiano sui raccolti. Sfruttare questa conoscenza potrebbe significare raccolti migliori e più sani.
Naturalmente è importante non cadere nella trappola di pensare alla comunicazione vegetale come antropomorfa, e quindi fraintenderla.
“Un grosso errore che le persone commettono è parlare come se le piante ‘sapessero’ quello che stanno facendo”, dice la docente di botanica Elizabeth Van Volkenburgh.
Insegnanti di biologia, ricercatori e studenti commettono tutti lo stesso errore. Preferirei di gran lunga dire che una pianta sente e risponde, piuttosto che la pianta ‘sa’
Per rilevare questi segnali, i ricercatori hanno sviluppato un piccolo elettrodo leggero, ispirato a quelli utilizzati per eseguire gli ecocardiogrammi. L’hanno incollato con idrogel alla superficie delle foglie di una piccola pianta carnivora, la Venere acchiappamosche (dionaea muscipola).
Quando il minuscolo elettrodo, dal diametro di appena 3 millimetri, è stato attaccato alla Venere acchiappamosche, ha registrato con successo i segnali elettrici della pianta.
Robot vegetali?
La “comunicazione vegetale” non è una strada a senso unico: come detto, dovremmo anche essere in grado di inviare impulsi.
Usando uno smartphone, i ricercatori hanno fatto proprio questo, inviando un impulso alla trappola per mosche che le ha fatto chiudere le foglie a comando.
Collegando la pianta a un braccio robotico, il team ha creato un robot ibrido in grado di raccogliere un piccolo filo utilizzando le foglie e le loro lunghe e delicate estensioni.
Le piante sono intrinsecamente modulari, assumono una vasta gamma di forme, forme e capacità, e “possono essere isolate e installate su una varietà di piattaforme”, scrive il team nel suo articolo, pubblicato su Nature Electronics.
Integrata con l’attuale elettronica “flessibile”, tale modularità potrebbe essere potenzialmente utilizzata per costruire robot, sensori e dispositivi sanitari per impianti a base vegetale.