Anche i più conservatori tra noi, tra un sacchetto per il freezer e l’altro, buttano ogni tanto un po’ di cibo.
Non si spiega altrimenti perché circa il 35% degli sprechi di cibo avvenga alla fine della catena di approvvigionamento: negozi e famiglie.
Però il resto (cioè il grosso degli 1,3 miliardi di tonnellate di sprechi di cibo nel mondo) avviene nelle fasi di produzione, manipolazione, stoccaggio e trasporto, quando il cibo è più suscettibile di andare a male in caso di infrastrutture inefficienti.
Sono tante le aziende che si stanno attivando per affrontare il fenomeno a tutti i livelli. Ecco tre tecnologie che trasformeranno gli sprechi di cibo e gli scarti alimentari in nuovi prodotti.
Non si butta via nulla
Il consumo animale “dal naso alla coda” è una tendenza in crescita nella sostenibilità alimentare, nel quadro di un generale calo del consumo di carne.
Introdotto nella cucina moderna all’inizio degli anni 2000 e una delle tendenze principali degli ultimi anni, comprende ogni parte di un animale, dalle interiora alle orecchie. Tuttavia, molti consumatori non sono ancora disposti a mangiare cartilagini, o zampe, o altre parti, contribuendo alla crescita degli sprechi di cibo.
Per utilizzare i sottoprodotti della carne, una startup di Singapore ha progettato un metodo per fermentarli e lavorarli per creare un ottimo ragù di carne. Usando lieviti enologici e fermenti lattici probiotici, questa tecnica richiede meno preparazione, è più rapida e richiede meno sale.
Pronti, partenza, ripartenza
Tra i maggiori sprechi di cibo, quello di pane è uno dei primi tre in tutto il mondo. Centinaia di tonnellate ogni giorno gettate dalle famiglie o dai panifici a fine giornata.
Riciclare il pane invenduto in una bevanda probiotica è un modo per ridurre gli sprechi di cibo e aggiungere valore ai panifici.
La bevanda cremosa contiene probiotici vivi adatti anche a vegani e persone intolleranti al lattosio. Con oltre 1 miliardo di cellule probiotiche vive per porzione, la bevanda può essere conservata fino a 10 settimane.
La prima bevanda del suo genere consentirà alle panetterie di trasformare efficacemente gli avanzi in un prodotto di alto valore.
Dagli sprechi di cibo alle fibre multifunzionali
In tema di prodotti per la cura della persona e di alimenti, i consumatori stanno premiando sempre di più i prodotti naturali. Tutti diventano più consapevoli della loro impronta ambientale, e questo è un bene.
Per stare al passo con la domanda dei consumatori, dall’Irlanda è emersa una nuova tecnologia destinata a trasformare gli sprechi di cibo vegetale in prodotti con fibra funzionale per la cura della persona o prodotti alimentari.
Rifiuti di origine vegetale come la vinaccia di carota, le scorze di agrumi, le verdure scartate perchè “brutte” e gli estratti vegetali saranno bioprocessati, valutati per le loro prestazioni e personalizzati in base alle esigenze del cliente.
Il processo ridurrà la dipendenza dalle fibre funzionali attuali come agar, pectina, alginato e metilcellulosa.
Progettate per le aziende con accesso a una grande quantità di biomassa, le fibre possono essere utilizzate nella cura della persona o nell’orticoltura e persino come prodotto alimentare in salse e dolciumi.