Sembra che in futuro una bella flotta di robot striscianti simili a serpenti si occuperanno di riparazioni e manutenzioni delle strutture sottomarine: sono diverse le aziende che portano avanti test sui prototipi di questi dispositivi che presto potrebbero popolare i nostri oceani.
Proprio ieri il laboratorio di robotica della Carnegie Mellon University (CMU) ha annunciato di aver aggiunto il nuoto all’elenco delle capacità del suo robot serpente. “Ora questa piattaforma robotica modulare potrà ispezionare navi, sottomarini e infrastrutture per rilevare eventuali danni”, spiegano i ricercatori in un comunicato stampa .
L’Hardened Underwater Modular Robot Snake (HUMRS), questo il nome del robot serpente, è in fase di sviluppo nell’ambito di un progetto dell’Advanced Robotics for Manufacturing (ARM) Institute, un consorzio di 14 enti impegnati nello sviluppo di tecnologie avanzate.
Il robot serpente striscia veloce
Il lavoro sul robot snodabile va a velocita pazzesca: è iniziato appena lo scorso luglio. I test sono iniziati da non più di un mese in una delle piscine della Carnegie Mellon University, giusto il tempo di mettere il robot sotto un “guscio impermeabile” che gli consente di stare sott’acqua.
La corsa alla robotica subacquea è uno dei trend futuri più interessanti. Date un’occhiata a questo rapporto di Market Research Future (che stima un valore di oltre 4,9 milioni di euro entro il 2025. Sembra poco ma è il segno di una scintilla da esplosione). Il robot serpente ed altri suoi colleghi crescerà vertiginosamente, di pari passo con i nuovi sviluppi della robotica e delle imbarcazioni, che richiederanno una manutenzione sempre più semplificata. Leggi: automatizzata.
Il segreto? La modularità
Sembra proprio che l’ingrediente X che ha portato ad un così rapido sviluppo di questo progetto di robot serpente sia questo. La modularità ha consentito a piccoli team di concentrarsi su “sezioni” del robot, per poi realizzare configurazioni via via diverse.
Prima di tuffarsi in acqua, peraltro, il robot serpente ha già mostrato la capacità di inserirsi in spazi molto ristretti. Negli oleodotti, ad esempio. In mare, invece, il robot ha un grande potenziale per l’utilizzo da parte del Dipartimento della Difesa. Molti marinai si risparmierebbero volentieri il compito di infilarsi in cisterne sottomarine per operazioni di routine.
Il nuovo robot è in fase di sviluppo per svolgere tali compiti, pur avendo la capacità di ispezionare sottomarini e navi mentre si è in mare, inviando dati vitali al molo in modo che qualsiasi riparazione dei danni possa essere pianificata di conseguenza in anticipo.
Robot serpente: applicazioni non militari ne abbiamo?
Le potenziali applicazioni non militari includono ispezioni sottomarine di tubi e piattaforme petrolifere, che impedirebbero ai subacquei di trovarsi in situazioni potenzialmente difficili. E in questo, come detto ad inizio post, la Carnegie Mellon non è sola.
Proprio il mese scorso, Eelume Subsea Intervention ha annunciato il proprio robot serpente progettato specificamente per l’ispezione dei tubi. La robotica subacquea crescerà, ripeto. La biomimetica stimolerà sempre di più lo sviluppo di piccoli robot simili.