La pandemia continua ad impazzare, ma il mondo guarda già a una fase, quella di ricostruire. Approfittare di questa “tabula rasa sociale” per risalire dalla recessione, affrontare i cambiamenti climatici e portare le infrastrutture del pianeta nell’era moderna.
Il discorso si sofferma sulle “grandi opere” e sulla narrativa del progresso infinito. Ricostruire significa fare più cose e più grandi. Ma se ragionassimo anzitutto su una cosa più semplice: togliere ciò che non funziona?
Togliere aggiunge, togliere migliora.
Siamo sempre guidati da un impulso predefinito a costruire grandi cose per risolvere grandi problemi. Una nuova ricerca pubblicata sulla rivista Nature suggerisce invece che le persone spesso trascurano l’opzione di togliere degli elementi e non solo aggiungerne di nuovi, anche quando la soluzione più semplice è migliore. Gli scienziati comportamentali sostengono che un approccio “sottrattivo” potrebbe essere utile per affrontare problemi globali, anche quello della crisi climatica.
Soprattutto in questo momento, c’è una forte spinta a concentrarsi sulla riparazione o ricostruzione dell’infrastruttura esistente, che è in qualche modo una forma di pensiero dello status quo. Ci sono molti modi in cui la rimozione delle infrastrutture potrebbe aiutare l’ambiente, che si tratti di abbattere le autostrade, dire addio alle dighe o togliere un marciapiede.
Erin Sherman, vicepresidente di Ideas42, società di progettazione comportamentale senza scopo di lucro.
La ricerca sull’approccio sottrattivo
Nel corso di diversi esperimenti, i ricercatori hanno testato il modo in cui le persone hanno risolto i problemi. Cose semplici come costruzioni con i Lego, la pianificazione di un itinerario di gite in un giorno sovraffollato, o l’organizzazione di un menu in base agli ingredienti. Il team ha trovato che le persone spesso rifiutano di procedere per sottrazione a meno che non siano costrette. Come dire: anche se aggiungere qualcosa costa 10 e togliere una cosa ne costa 5, le persone tendono sempre ad aggiungere.
Ciò che il nostro articolo implica è che potenzialmente stiamo perdendo un’intera categoria di modi in cui potremmo risolvere i problemi
Gabrielle Adams, professore di politiche pubbliche e psicologia presso l’Università della Virginia, coautore dello studio.
Ridurre, Riutilizzare, Riciclare… e Rimuovere
In chiave futura, imparare a “togliere bene” può darci molte soluzioni. Limitarci a ridurre, riutilizzare e riciclare non abbatterà il cambiamento climatico, perchè le emissioni sono già fuori controllo. Dovremmo iniziare seriamente a lavorare per rimuovere le emissioni (qualcosa si sta muovendo, ma lentamente).
Cosa significa sul piano pratico? Cosa possiamo effettivamente “togliere”?
L’approccio sottrattivo applicato alla realtà potrebbe voler dire adattarsi ai nubifragi eliminando pavimentazioni o scavando buche per assorbire l’acqua. Adattarsi all’innalzamento del mare sostituendo le barriere artificiali (che potrebbero erodere ulteriormente le coste) con dei “litorali viventi” costituiti da piante, dune di sabbia e altri elementi naturali. Potrebbe anche significare semplicemente rimuovere una vecchia autostrada, come ha fatto Seattle, lasciando il posto a parchi, trasporti pubblici o alloggi a prezzi accessibili.
È più facile entusiasmarsi per la creazione di una tecnologia nuova, brillante e che attiri l’attenzione. Ecco perché esistono i frigoriferi intelligenti. Parole come “geoingegneria” sono suggestive, ma spruzzare aerosol nell’aria per raffreddare il pianeta bloccando i raggi del sole potrebbe rendere la situazione ancora più complicata.
Il problema fondamentale col cambiamento climatico è che abbiamo rovinato questo grande sistema che non capiamo. Aggiungere sempre più cose introduce solo ulteriore complessità e incertezza. Su scala globale, togliere è meglio. Molte soluzioni sottrattive tendono ad essere migliori.
Facile a dirsi, ma a farsi? Il mondo reale, ovviamente, non è semplice come una città costruita con i Lego. La sottrazione, in altre parole, è un’idea avvincente che inizia a diventare un po ‘confusa se ci pensiamo troppo.