Fin dagli albori della civiltà, gli esseri umani sono entrati in lotta tra loro, ma gli eserciti e le guerre sono qualcosa che è emerso davvero solo intorno al 3° millennio a.C. Da quel momento in poi sono emerse tutte le convenzioni che conosciamo ancora oggi. Forze armate permanenti, manovre coordinate, assedio, dominio del territorio. Col tempo, questi concetti si sono evoluti per incorporare nuove tecnologie.
Senza azzardare, potrei quasi dire che le guerre sono un metro per capire gli sviluppi delle civiltà. In altre parole, una civiltà può essere misurata dal contenuto e dalla distribuzione delle sue forze armate. Nel secolo scorso, la civiltà umana è cambiata drasticamente e quei cambiamenti si sono riflessi nel modo si combattono le guerre.
Entro la metà di questo secolo potrebbe cambiare molto, molto di più. Al punto che i nostri antenati non riconoscerebbero le future pratiche come “guerra”. Cosa succederà?
Tutte le nuove minacce
Tra il 1945 e il 1991, l’equilibrio geopolitico ha visto la contrapposizione di due grandi blocchi: la guerra fredda, baby. Dopo il crollo dell’Unione Sovietica tutto è cambiato drasticamente.
Secondo un rapporto del 2020 del Department of Homeland Security (DHS), le maggiori minacce alla sicurezza nazionale non sono più le guerre nucleari o le guerre convenzionale. Le nuove minacce si chiamano cyberwar, terrorismo, influenze straniere nelle elezioni e le catastrofi naturali.
Il quadro (cupo) delle possibili guerre nei prossimi decenni
Entro il 2050, la crescita di sistemi distribuiti, l’informatica quantistica, la stampa 3D, le criptovalute, la biotecnologia e i cambiamenti climatici stravolgeranno tutto. Sul piano geopolitico, in tanti prevedono che il potere degli Stati potrebbe diminuire drasticamente, lasciando il posto a regioni autonome, perfino città-stato private. Già oggi si avvertono i primi segnali di questo trend.
Tecnologie come l’editing genetico CRISPR , stampanti biologiche , database genetici e software di intelligenza artificiale creeranno nuove opportunità anche per il bioterrorismo. Gruppi animati da cattive intenzioni saranno in grado di progettare corpi virali o tossine in un laboratorio. Le scintille di nuove guerre si moltiplicheranno notevolmente.
Per questo è difficile immaginare i campi di battaglia del futuro. Come sempre, però, l’esame delle tecnologie emergenti e delle dinamiche attuali consente di trarre alcune conclusioni provvisorie. È probabile che le guerre future conterranno una manciata di fattori principali: nuove tecnologie, nuove minacce, la fine degli armamenti pesanti e la sostituzione degli umani con droni, robot e forse cyborg. Prendiamoli in esame.
Arrivano le armi quantistiche
Lo so, lo sapete, le guerre informatiche infuriano. Dall’avvento di internet i paesi di tutto il mondo cercando di usare la Rete come arma contro mercati finanziari, sistemi e infrastrutture digitali di altre nazioni o di grandi aziende. Dolman Aradori, Head of Security di NTT Data stima che nel 2021 ci sarà un attacco informatico ogni 11 secondi. Gli hacker e gli “hacktivisti” sono tra i più ricercati, nel bene e nel male, tra le polizie che cercano di arrestarli e i governi che cercano di ingaggiarli.
Questa situazione cambierà radicalmente con l’avvento del calcolo quantistico. I computer quantistici possono lavorare in modo incredibilmente rapido e con numeri astronomicamente alti. Due fattori importanti nello sviluppo del calcolo quantistico sono i conteggi dei qubit (l’equivalente quantistico dei bit del computer) e il tempo di coerenza, la quantità di tempo in cui un qubit può contenere informazioni.
Crescita verticale
Durante gli anni 2010, i computer quantistici più potenti avevano conteggi di qubit inferiori a 100 e tempi di coerenza da nanosecondi a microsecondi. Uno studio stima che tra il 2030 e il 2040 il conteggio dei qubit e il tempo di coerenza saranno entrambi aumentati al punto che potrebbero essere in grado di violare tutti gli algoritmi di crittografia attuali in soli 10 secondi. Per essere chiari: non ci si potrà fidare dei dati inviati o ricevuti su internet. Molte attività attuali come l’uso di carte di credito o le operazioni bancarie in rete potrebbero diventare un incubo.
Per evitarlo, molti governi mondiali (in testa USA e Cina) stanno facendo una “corsa quantistica” per elaborare anche nuovi sistemi di crittografia che i nuovi computer quantistici non siano in grado di violare. Chi vincerà questa corsa potrà accedere a tutte le informazioni dell’avversario, finchè questo non sarà in grado di proteggersi.
A suo modo, avvincente ma molto più pericolosa (per la stabilità mondiale) della corsa allo spazio negli anni ‘60.
Droni come se piovesse
Dall’inizio di questo secolo, l’uso di veicoli aerei da combattimento senza equipaggio (UCAV) è cresciuto notevolmente. Tra i motivi la riduzione del rischio, il miglioramento delle operazioni a distanza, il desiderio di ridurre il rischio di vittime e la crescita delle operazioni antiterrorismo.
Uno studio del 2013 condotto dalla Brookings Institution mostra che dal 2008 al 2013, il numero di piloti di droni che si sono diplomati in addestramento con la USAF, l’aeronautica militare USA, è passato da circa 500 unità a 1300 (da circa il 3,3% all’8,5% del totale). Nell’ultimo decennio non di rado l’USAF ha addestrato più piloti di drone che di caccia e di bombardieri messi insieme.
L’obiettivo attuale della ricerca è quello di rendere i droni più piccoli, invisibili e versatili. I nuovi droni militari svolgeranno molti più compiti: anche rifornimenti aerei, sinergie con portaerei, ricognizione e trasporto. Entro il 2050 i droni potrebbero sostituire del tutto i veicoli pilotati da umani.
Un altro possibile sviluppo è quello dei micro droni, velivoli grandi anche un solo millimetro. Potrebbero essere lanciati in sciami coordinati da un’intelligenza artificiale per colpire e distruggere obiettivi nemici.
Il domani delle guerre è stealth
Un altro cambiamento già evidente è la crescita e la proliferazione della tecnologia stealth. Lo sviluppo di materiale che occulta ai radar iniziò a metà degli anni ’70 e alla fine degli anni ’80 portò ai primi velivoli “invisibili” come l’ F-117 Nighthawk e il B-2 Spirit .
Quarant’anni dopo, la tecnologia stealth si è espansa per includere caccia di quinta generazione, navi stealth e droni di nuova generazione. La tecnologia stealth potrebbe diventare la norma ovunque, e non solo per gli armamenti: anche la fanteria sta cercando modi per diventare più furtiva.
Il mimetismo è in uso dal 19 ° secolo (ormai una divisa militare nell’immaginario collettivo è mimetica). Gli eserciti moderni sono alla ricerca di nuovi modi per rimanere non rilevabili: ad esempio, il mimetismo multiscala. Notevoli ricerche sono state dirette anche a rendere le unità di fanteria “invisibili” al rilevamento. La ricerca si muove per sviluppare veri e propri “mantelli dell’invisibilità” che costituiscano alle truppe di sparire alla vista.
Se questo tipo di tecnologia sarà disponibile per tutti i rami di servizio entro il 2050 sarà tempo di guerre invisibili.
Campane a morte per il carro armato
Per molti decenni, il pilastro delle guerre moderne è stato il carro armato. Dalla fine della Guerra Fredda, tuttavia, questo veicolo ha mostrato i segni del tempo: la sua vita potrebbe essere giunta al termine. Entro il 2050 la tecnologia li renderà obsoleti.
Il carro armato da battaglia divenne un pilastro durante gli anni ’70, quando progressivamente un unico modello ha fatto fuori tutti i suoi concorrenti. Diverse nazioni hanno prodotto le proprie versioni, tra cui l’ M1 Abrams statunitense , il T-80 / T-90sovietico-russo , il Leopard II tedesco , il Leclerc francese , lo ZTZ80 / 88 cinese , l’israeliano Merkava , il Challenger 2 britannico e altri.
Il declino
La situazione è peggiorata quando i sistemi anticarro sono diventati più sofisticati. Durante la prima guerra cecena (1994-1996) e le guerre in Iraq (2003-2011) e Afghanistan (2001-2021), le unità corazzate sono state inadatte alla geografia locale e hanno prodotto diverse perdite umane.
Per risolvere questo problema, i progettisti hanno sperimentato sistemi di protezione attiva, controlli antincendio integrati e altri rimedi. Non basteranno. I “tank” faranno la fine dei dinosauri: troppo costoso adattarli alle diverse condizioni, meglio sostituirli con sistemi più flessibili.
Un esempio? Il programma GXV-T della DARPA, che punta su un veicolo dalle ruote in grado di cambiare forma.
Entro il 2050 vedremo in giro nelle guerre sul pianeta veicoli più leggeri che al posto dei cingoli avranno ruote, dispositivi “mutaforma” o perfino gambe. Faranno affidamento su radar, software di “consapevolezza strategica” basati sull’intelligenza artificiale e contromisure attive che rilevano le minacce in arrivo e le neutralizzano in anticipo. L’alimentazione? Elettrica ad alta capacità, o a idrogeno. Equipaggio? Uno, o nessuno. E in centomila.
In termini di armamenti, il cannone più tradizionale potrebbe essere scambiato con una pistola a induzione elettromagnetica (ovvero un fucile a rotaia) o un’arma a energia diretta (alias un laser).
Interfaccia uomo macchina
I soldati in carne e ossa ancora sul campo di battaglia entro il 2050 avranno sicuramente unità di supporto robotiche per aiutarli in quasi tutto. In effetti, i robot sul campo di battaglia sono un punto focale per la DARPA e altri sviluppatori che vogliono creare macchine in grado di assumersi, nelle guerre, la responsabilità di gestire operazioni particolarmente sporche, pericolose, noiose o care. Fino, forse, ad uccidere con decisioni autonome.
Alcune possibilità includono robot simili al robot umanoide noto come Atlas, Cheetah e Spot, tutti della Boston Dynamics. Questi e altri robot si basano sul principio della biomimetica: macchine che imitano gli esseri viventi per ottenere una maggiore libertà di movimento e flessibilità.
Ci sono anche Unmanned Ground Vehicles (UGV), la controparte terrestre dei droni già ampiamente utilizzati nelle attuali guerre. Questi robot gestiscono tutti i tipi di compiti, dal trasporto di rifornimenti e lo smaltimento di mine, bombe e IED, allo svolgimento del servizio di sentinella, alla ricognizione e al supporto antincendio. È probabile che questi sistemi robotici diventino più comuni, più sofisticati e completamente autonomi in futuro.
Soldati e super soldati
Forse la trasformazione più radicale che integrerà la robotica agli umani riguarda i soldati stessi. Presto gli esoscheletri daranno loro più forza, resistenza e capacità di carico.
Secondo un recente rapporto del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD), il 2050 sarà l’anno in cui i soldati cyborg faranno parte integrante delle forze armate. Secondo il rapporto, le seguenti “tecnologie cyborg” dovrebbero avere il maggiore impatto:
Miglioramento oculare
Gli impianti oculari del futuro offrono il potenziale per migliorare la vista e la consapevolezza della situazione . Integrando i circuiti nell’occhio, i soldati vedranno in altre lunghezze d’onda (come gli infrarossi), identificano i bersagli e proiettano scenari in AR direttamente nel loro campo visivo.
Controllo muscolare programmato
I soldati delle guerre future potrebbero anche avere reti di sensori sottocutanei integrate nei loro corpi per migliorare il controllo muscolare fornendo stimolazione optogenetica ( impulsi luminosi). Questi sensori potrebbero anche fornire una prevenzione automatica dei pericoli.
Miglioramento dell’udito
sostituendo o modificando le ossa dell’orecchio medio e la coclea, i soldati avrebbero una gamma uditiva più ampia, e una maggior protezione dalla la perdita dell’udito. In combinazione con impianti oculari e neurali, gli impianti uditivi potrebbero migliorare la comunicazione e la consapevolezza della situazione. Ciò includerebbe l’identificazione di suoni a bassa intensità, potenziali pericoli, ecolocalizzazione e localizzazione.
Miglioramento neurale diretto
la capacità di innestare i chip del computer direttamente nel cervello umano consentirà l’interfacciamento cervello-computer e le interazioni da cervello a cervello (telepatia elettronica). In sostanza, i soldati sarebbero in grado di comunicare direttamente con i sistemi autonomi e altri soldati, con profonde implicazioni per l’ottimizzazione delle operazioni durante eventuali guerre.
Cerotti neurali
Le componenti cibernetiche avranno anche notevoli implicazioni per l’assistenza medica e il recupero. Ad esempio, gli impianti neurali potrebbero affrontare i sintomi che derivano da lesioni cerebrali. Sarebbero una sorta di piccoli e flessibili circuiti sistemati sulle aree danneggiate del cervello a fare da “ponte” tra i neuroni danneggiati. Potrebbero abbattere i sintomi del disturbo post-traumatico da stress rompendo la connessione tra stimoli esterni e risposta di panico. O farci assistere a guerre combattute da soldati cui è stata tolta la paura.
Protesi bioniche
Le protesi bioniche diventeranno una consuetudine per i soldati con danni irreparabili a parti del loro corpo. Non ripristineranno soltanto le normali funzioni, ma li rimetteranno direttamente sul campo di battaglia, con mobilità e percezioni forse maggiori di prima.
Altri progressi importanti includono il bioprinting e altri campi in espansione della biotecnologia. La capacità di stampare tessuti organici su richiesta, come pelle, organi, tessuto muscolare e vasi sanguigni, migliorerà drasticamente la sopravvivenza e il tasso di recupero dei soldati delle prossime, dannate guerre.
Conclusioni?
Come dice un vecchio proverbio, “i soldati si preparano sempre a combattere l’ultima guerra”. Ciò significa che gli eserciti si evolvono sempre per affrontare nuove guerre sempre dopo averle affrontate (un po ‘come il software antivirus). Questa onorata tradizione continuerà sicuramente in futuro, con risultati difficili da prevedere.
Sebbene fare previsioni accurate non sia mai facile, per riepilogare, la natura delle guerre entro il 2050 potrebbe includere alcuni importanti cambiamenti;
- Tecnologie distribuite che danno origine a nuove minacce terroristiche;
- Informatica quantistica ed escalation della guerra cibernetica;
- La mimetica raggiunge il punto della vera invisibilità;
- Niente più carri armati o battaglie tra carri armati;
- Robot e cyborg che assumono la maggior parte dei ruoli di combattimento, se non tutti.
Ahimè, alcune cose non cambiano mai. Secondo me la guerra è e sarà sempre un’impresa diretta dall’uomo. Anche se i robot prendessero il sopravvento sul campo di battaglia, combatteranno sempre per volere nostro. Ancora: le vere guerre non sono mai del tutto prevedibili, ed è difficile che tutte le previsioni siano rispettate. La natura dei cambiamenti tecnologici creerà ancora nuovi livelli di incertezza.