Una nuova opera alla Royal Opera House di Londra promette di immergere il pubblico in una “iper-realtà” resa possibile dalla della realtà virtuale.
L’opera si chiama “Current, Rising” e viene annunciata come la prima al mondo in realtà virtuale. Si va in scena al Linbury Theatre a partire dal 20 maggio, e si va avanti fino al 9 giugno salvo ulteriori repliche.
Opera VR: difficilmente ci si addormenterà
Amici narcolettici o pietosi spettatori soliti addormentarsi durante il terzo atto, talvolta il secondo, di qualsivoglia rappresentazione teatrale: niente paura! L’opera VR ha un taglio decisamente abbordabile. Dura 15 minuti con spettacoli programmati durante il giorno per un massimo di quattro persone alla volta. La sicurezza innanzitutto! I partecipanti scelgono la loro fascia oraria al momento di acquistare i biglietti, che costano tra i 18 e i 25 euro circa.
Poco prima dell’inizio dello spettacolo, gli spettatori indossano cuffie e un visore VR collegato a un computer che porteranno con sé in uno zaino. Una volta iniziato lo spettacolo ed entrati nel mondo VR, potranno vedere gli avatar delle altre tre persone del loro gruppo.
Opera VR: Cosa dobbiamo aspettarci?
Le opere teatrali tradizionali tendono a presentare personaggi che guidano gli spettatori in un viaggio narrativo, ma non sembra essere il caso dell’opera VR. In questa pièce, invece, i partecipanti “attraverseranno insieme i paesaggi della notte, dal tramonto all’alba, esplorando concetti di isolamento, connessione e reimmaginazione collettiva”, secondo un comunicato stampa che presenta l’evento.
Sembra una sinossi piuttosto vaga ed enigmatico per un’opera. Specie se anche il formato è già sperimentale. Volendo trovare un riferimento più concreto, leggo che “Current, Rising” si ispira alla liberazione del personaggio di Ariel nella celebre “Tempesta” di Shakespeare. Come tutto torna, i grandi Maestri sono sempre lì.
Una nuova pagina di questo genere teatrale?
Probabilmente “Current, Rising” non stravolgerà il mondo dell’opera come lo conosciamo. È un genere che esiste più o meno immutato da secoli, e molti tradizionalisti preferiranno senza dubbio il formato standard alla realtà virtuale .
Certo, però, potrebbe segnare l’inizio di una nuova “costola” nell’evoluzione dell’Opera. Il regista Netia Jones sta già scrivendo il seguito (ok, se dura 15 minuti potrebbero non volerci anni) ed è entusiasta.
“Questo non è il futuro dell’opera”, dice, “ma potrebbe essere uno dei suoi futuri”.