Inseguiamo lentamente (ma spero inesorabilmente) stili di vita più sostenibili. E le infrastrutture urbane, di riflesso, sembrano seguire l’esempio. Nei prossimi anni spunteranno stazioni di ricarica per auto elettriche agli angoli delle strade, e faranno capolino anche panchine intelligenti che usano l’energia solare per alimentare hotspot WiFi.
L’architetto Peter Kuczia ha reinterpretato le tipiche piste ciclabili in chiave sostenibile e ha concepito Solar Veloroute. È un percorso fotovoltaico multifunzionale e una struttura per pedoni e motociclisti della città.
Molte persone che vivono in città hanno adottato la bici come mezzo di trasporto preferito, spingendo i progettisti e le autorità a reinventare piste ciclabili e trasporti pubblici. Le piste ciclabili in particolare (note anche come Veloroutes) stanno diventando sempre più punti di riferimento per le città.
Solar Veloroute, piste ciclabili “energetiche”
Considerata la domanda di piste ciclabili in forte crescita, Kuczia ha creato una Solar Veloroute. La pista comprende una struttura a tunnel fotovoltaico che funge da tettoia solare per ciclisti e pedoni, e una struttura pubblica dove i pendolari possono godersi percorsi illuminati di notte e stazioni di ricarica per bici o smartphone. Il concept di queste piste ciclabili si presenta come un arco arrotondato parzialmente chiuso, costruito con pannelli solari in vetro antiriflesso sovrapposti, attaccati alle arcate in tubolari di acciaio.
Le piste ciclabili Solar Veloroute raccolgono l’energia solare durante il giorno per le stazioni di ricarica e l’illuminazione in loco. L’energia in eccesso può essere distribuita e utilizzata per servizi aggiuntivi.
Una risorsa preziosa
Per garantire che queste piste ciclabili servano anche da esperienze educative, Kuczia ha sistemato anche dei pannelli con informazioni sul ruolo di queste strutture.
Un solo chilometro di queste piste ciclabili potrebbe fornire circa 2.000 MWh di elettricità e alimentare 750 famiglie o fornire elettricità a più di 1.000 auto elettriche da 11.000 km all’anno.
Peter Kuczia