L’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale USA (ODNI) ha pubblicato il suo tanto atteso rapporto su quasi due decenni di avvistamenti UFO.
E per la maggior parte, lascia aperte più domande di prima. In sostanza, nel rapporto l’ODNI ha esaminato 144 rapporti di quello che chiama “fenomeni aerei non identificati” o UAP a partire dal 2004.
Di questi, 18 incidenti potrebbero aver coinvolto una tecnologia avanzata che gli Stati Uniti non possono spiegare. “Alcuni UAP sembravano rimanere fermi con il vento forte, muoversi controvento, manovrare bruscamente o muoversi a velocità considerevole. Tutto senza mezzi di propulsione riconoscibili”, si legge nel rapporto, piuttosto stringato (solo 9 pagine).
Non ci sono prove, non si esclude niente
L’ODNI afferma che non ci sono prove che nessuno dei casi riguardi una tecnologia segreta sviluppata da Russia e Cina o un’entità extraterrestre, ma non ha nemmeno escluso queste spiegazioni.
Riconoscere pubblicamente l’esistenza del fenomeno, pur senza sciogliere alcuna riserva, è un passaggio comunque epocale. Apre ad una stagione nuova, molto più aperta, per lo studio di queste manifestazioni.
Il rapporto ci dice che è l’anno zero: da oggi si osserva e si cerca (con criterio)
“Dei 144 rapporti di cui ci occupiamo qui, non abbiamo chiare indicazioni che ci sia una spiegazione non terrestre per loro, ma andremo ovunque ci porteranno i dati”, ha detto alla CNN un alto funzionario del governo.
Al di fuori di un singolo rapporto su 144 in cui i funzionari dell’intelligence erano in grado di determinare la causa dell’incidente, ci sono troppo pochi dati per l’ODNI su tutti gli altri.
Non c’è una spiegazione possibile per tutti gli incidenti che ha esaminato.
Il criterio che ha ispirato il rapporto
Gli investigatori dell’agenzia hanno cercato di suddividere i rapporti in cinque categorie:
disordine aereo (come palloni vaganti), fenomeno naturale, tecnologia segreta interna (sviluppata dal governo degli Stati Uniti), tecnologia segreta straniera (sviluppata da un avversario come la Cina o la Russia) e un ultimo e seducente “altro”.
Una certezza, a quanto pare, l’ODNI l’ha maturata. Per la maggior parte degli avvistamenti si tratta di “oggetti fisici”, nessun fenomeno naturale.
Le conclusioni
Il rapporto si conclude con l’affermazione che la comprensione di questi incidenti richiederà un approccio consolidato e standardizzato tra varie agenzie governative.
Auspica maggiori investimenti in tecnologie come algoritmi di apprendimento automatico (già usati dalla Cina per le stesse osservazioni) per esaminare le singole segnalazioni.
I funzionari governativi forniranno al Congresso un aggiornamento sui suoi sforzi di raccolta dati entro i prossimi 90 giorni, con aggiornamenti periodici in seguito.
Un grande “non lo so” che scontenta forse tutti: debunker a prescindere e appassionati degli omini verdi, ma fa la Storia a suo modo. Da oggi si guarda il cielo con determinazione scientifica.