La vasta indagine (impegnate 17 organizzazioni giornalistiche e organizzazioni non profit) pubblicata domenica ha sollevato il velo su uno scandalo enorme. Lo spyware della società israeliana di intelligence informatica NSO Group è stato usato per spiare capi di stato, giornalisti, attivisti e avvocati in tutto il mondo.
Perché è importante:
Governi autoritari (esplicitamente o implicitamente) hanno utilizzato questo spyware “per facilitare violazioni dei diritti umani in tutto il mondo su vasta scala”. Sono trapelati numeri di oltre 50.000 persone spiate, inclusa la famiglia del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi, ucciso nel consolato saudita di Istanbul. È la denuncia di Amnesty International, che ha contribuito a condurre la ricerca . NSO ha commentato i risultati definendo “falso” il rapporto. L’indagine sullo spyware del software Pegasus di NSO, nota come Pegasus Project, è stata condotta da un consorzio di testate che comprende Washington Post, il Guardian e altri 15 organi di stampa. Con loro anche Amnesty International e l’organizzazione non profit di giornalismo Forbidden Stories con sede a Parigi.
Una lunga lista di “osservati” speciali dallo spyware
L’elenco (enorme) dei numeri non significa necessariamente che lo spyware abbia hackerato tutti questi telefoni. Secondo il consorzio, però, erano tutti potenziali obiettivi di sorveglianza. I reporter hanno identificato “più di 1.000 persone in più di 50 paesi attraverso ricerche e interviste in quattro continenti”, riporta Washington Post. Tra gli obiettivi c’erano “almeno 65 dirigenti aziendali, 85 attivisti per i diritti umani, 189 giornalisti e più di 600 politici e funzionari governativi”, insieme a diversi capi di stato, primi ministri e membri della famiglia reale araba.
Lo spyware avrebbe preso di mira i giornalisti delle principali organizzazioni di notizie. Dipendenti del Financial Times, del “Wall Street Journal, di CNN, New York Times. Al Jazeera, France 24, El País, Associated Press, Le Monde. Bloomberg, Reuters ed altri.
Il report non ha rivelato la fonte della fuga di notizie, né come i giornalisti hanno verificato il materiale.
La difesa di NSO
Da tempo NSO respinge le critiche sul suo software, affermando che Pegasus aiuta a risolvere i crimini, combatte il terrorismo e assicura i criminali alla giustizia. Il gruppo ha annunciato nel 2019 un’ampia gamma di tutele dei diritti umani dopo essere stato accusato di aver venduto il suo spyware Pegasus a governi autoritari, tra cui Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita e Qatar.
L’avvocato della NSO Thomas Clare ha contestato “inesattezze” nel report, affermando che il consorzio abbia “apparentemente interpretato male e caratterizzato in modo errato i dati di origine cruciale su cui si basava”.
NSO Group ha buone ragioni per credere che questo elenco di “migliaia di numeri di telefono” non sia un elenco di numeri presi di mira dai governi che usano Pegasus, ma potrebbe invece far parte di un elenco più ampio di numeri che potrebbero essere stati utilizzati da NSO Group clienti per altri scopi.
Thomas Clare, legale NSO
Spyware: non è finita qui
Amnesty ha affermato in una dichiarazione che i partner mediatici del progetto Pegasus pubblicheranno più storie la prossima settimana “esponendo i dettagli di come leader mondiali, politici, attivisti per i diritti umani e giornalisti sono stati selezionati come potenziali bersagli di questo spyware”.