I migliori climatologi del mondo hanno pubblicato un report pieno di modelli matematici e avvertimenti proprio questa settimana.
La catastrofe è davanti a noi, ma gli scienziati insistono anche sul fatto che il mondo abbia ancora possibilità di evitare i peggiori effetti del cambiamento climatico.
“È ancora possibile prevenire la maggior parte degli impatti disastrosi, ma questo richiede davvero un cambiamento senza precedenti”, dice Ko Barrett, vicepresidente del Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici. Come?
La più grande impresa della Storia
L’idea che ci sia ancora una strada da percorrere, credo, è un punto che dovrebbe darci qualche speranza.
Ko Barrett
Lo scenario “salvifico” in cui alla fine si fermano i pericolosi cambiamenti del clima mondiale, è il prodotto di gigantesche simulazioni al computer. Si chiamano modelli di valutazione integrati.
Modelli matematici che mostrano come salvarci
Ne esistono una mezza dozzina di versioni principali: quattro sviluppati in Europa, uno in Giappone e uno negli Stati Uniti, presso il Pacific Northwest National Laboratory.
“Quello che stiamo facendo attualmente è cercare di esplorare cosa serve per raggiungere gli obiettivi di Parigi” dice Detlef van Vuuren, dell’Agenzia olandese per la valutazione ambientale, che ha sviluppato uno dei modelli.
Perché è proprio questa la domanda che tutti pongono queste accuratissime simulazioni dell’economia mondiale: come facciamo a salvarci la vita?
Come azzerare le emissioni di gas serra in 40 anni
I leader mondiali hanno concordato a Parigi di limitare il riscaldamento globale a meno di 2 gradi Celsius (3,6 gradi Fahrenheit). Il pianeta è già più caldo di circa 1 grado Celsius, rispetto ai livelli preindustriali.
L’impresa richiede, come detto, profondi cambiamenti. Ecco perché van Vuuren e colleghi si sono rivolti ai loro modelli matematici per chiedere aiuto. “Com’è possibile arrivare a zero emissioni?” hanno chiesto. E lo hanno fatto per i trasporti, gli alloggi, l’elettricità ecc.
Come hanno ottenuto risposta i ricercatori?
Ciascuno di questi modelli inizia con i dati sulle attuali fonti di emissioni di gas serra. Includono automobili e autobus, risciò, aeroplani, centrali elettriche, forni domestici e risaie. I modelli includono anche ipotesi sul commercio internazionale, sui prezzi e sui costi delle nuove tecnologie.
Gli scienziati hanno “costretto” questi modelli a cambiare rotta, introducendo limiti alle emissioni di gas serra. I modelli hanno perciò cercato di soddisfare tale esigenza nel modo più conveniente, purché tecnologicamente fattibile e senza limiti come il consumo di suolo o altre risorse naturali.
La buona notizia è che i modelli hanno trovato un modo, anzi diversi, per raggiungere quell’obiettivo.
Secondo Keywan Riahi dell’International Institute for Applied Systems, in Austria, i modelli matematici impiegati hanno trovato molteplici percorsi verso l’azzeramento delle emissioni di carbonio.
“I modelli ci dicono che ci sono, prima di tutto, percorsi alternativi possibili; che ci sono scelte a disposizione del decisore”, dice.
Diversi modelli, partendo da diversi presupposti, arrivano a visioni contrastanti del mondo futuro. Ma sono tutti drammaticamente diversi dalla situazione odierna.
Per alcuni cambieremo abitudini
Alcuni modelli mostrano le persone che rispondono a prezzi dell’energia più elevati o alle normative governative modificando il loro stile di vita. Si trasferiscono in case più a risparmio energetico e rinunciano alle loro auto in favore di un nuovo e migliore tipo di trasporto pubblico. Oltre alle tradizionali linee di autobus, usano servizi come Uber (in prospettiva anche veicoli autonomi), portando le persone dove devono andare.
A Riahi (e a me) piace di più questa versione. “Sono convinto che una ristrutturazione fondamentale dal lato della domanda porterebbe anche a una migliore qualità della vita”, afferma lo studioso.
Altri scenari: la “grande corsa energetica”
Altri modelli partono dalla considerazione che le persone useranno ancora molta energia, il che a sua volta richiederà un enorme impulso nella produzione di elettricità pulita. Significa coprire 10 o 20 volte di più i terreni di parchi solari ed eolici rispetto ad ora, più centrali elettriche che bruciano legna o altri biocarburanti, dotate di attrezzature per catturare e immagazzinare la CO2 che viene rilasciata.
Un ostacolo alla realizzazione di questi modelli? Politica e preferenze dei singoli
Riahi si affretta a sottolineare che ciò che accade nei modelli potrebbe non essere fattibile nella vita reale.
I modelli non tengono conto, ad esempio, dell’ostruzionismo della politica, o delle preferenze umane. Le persone potrebbero voler semplicemente guidare un’auto costosa anziché prendere i mezzi pubblici, anche se la scelta non è economicamente razionale.
Ma i modelli possono anche essere troppo pessimisti, in particolare sull’innovazione tecnologica.
Dieci anni fa, dice van Vuuren, non hanno mai previsto l’aumento dell’energia solare a basso costo. “Siamo stati nella situazione estremamente fortunata in cui il costo delle energie rinnovabili è diminuito rapidamente negli ultimi dieci anni”. Ciò ha reso molto più semplice il compito di ridurre le emissioni di CO2, ma dipende da noi.
Con tutti i loro limiti, i modelli sono il meglio che abbiamo
Nonostante tutte le loro carenze, questi modelli restano il modo principale in cui scienziati e responsabili politici individuano le opzioni per il futuro. Soprattutto, quantificano compromessi e conseguenze che potrebbero non essere chiaramente evidenti.
Se i paesi vogliono trasformare alberi o colture in combustibile, ad esempio, mostrano le conseguenze: meno terra per la coltivazione di cibo o per foreste naturali.
Inoltre, i modelli chiariscono che la cooperazione internazionale è essenziale, con i paesi ricchi che aiutano i paesi più poveri a ridurre le proprie emissioni.