Secondo un nuovo studio sui topi pubblicato online sulla rivista PLoS Biology, una probabile causa del morbo di Alzheimer è la fuoriuscita dal sangue nel cervello di particelle che trasportano grasso e proteine tossiche del fegato.
“Abbiamo identificato il probabile ‘percorso sangue-cervello’ che può portare all’Alzheimer, la forma di demenza più diffusa a livello globale”, dice l’autore senior dello studio, il professor John Mamo, direttore del Curtin Health Innovation Research Institute presso la Curtin University.
Sapevamo che la caratteristica distintiva delle persone che vivono con la malattia di Alzheimer era il progressivo accumulo di depositi di proteine tossiche all’interno del cervello chiamate beta-amiloide. Quello che non sapevamo è da dove provenisse l’amiloide, o perché si depositasse nel cervello. Oggi sappiamo che questi depositi di proteine tossiche vengono portati nel cervello da particelle prodotte dal fegato chiamate lipoproteine.
John Mamo
Gestire il fegato, gestire l’Alzheimer?
“Questo percorso sangue-cervello che nasce dal fegato è significativo,” dice lo scienziato. ”Perché se siamo in grado di gestire i livelli nel sangue di lipoproteina-amiloide e prevenire la loro fuoriuscita nel cervello, questo apre potenziali nuovi trattamenti per prevenire l’Alzheimer e rallentare la perdita di memoria”.
Basandosi su ricerche precedenti che mostravano che la beta-amiloide è prodotta al di fuori del cervello con lipoproteine, il professor Mamo e i suoi colleghi hanno testato il percorso sangue-cervello mediante l’ingegneria genetica di modelli murini. Topi con il fegato ”ingegnerizzato” per produrre lipoproteine umane.
I risultati
“È come avevamo previsto,” dice Mamo. ”Lo studio ha scoperto che i modelli murini che producono lipoproteina-amiloide nel fegato hanno sofferto di infiammazione al cervello. Non solo: hanno accelerato la morte delle cellule cerebrali e la perdita di memoria”, ha detto il professor Mamo.
Sono necessari ulteriori studi, e verifiche anche su soggetti umani. Si apre uno spiraglio importante, però. Questa scoperta mostra che l’abbondanza di questi depositi di proteine tossiche nel sangue potrebbe essere potenzialmente affrontata attraverso la dieta di una persona.