Mamma Mia! Era il 1982 e con questa canzone gli Abba si prendevano una piccola pausa: dopo 40 anni la pausa è finita, e un nuovo futuro inizia anche per la musica dal vivo.
Agnetha Fältskog, Björn Ulvaeus, Benny Andersson e Anni-Frid Lyngstad sono 4 leggende. Con gli ABBA in soli 10 anni hanno tracciato il cammino della musica POP mondiale come pochi gruppi hanno saputo fare. Oggi, 4 decenni dopo il loro scioglimento, sono tornati con un nuovo album, Abba Voyages (esce il 5 novembre 2021) e un esaltante progetto musicale, con un mare di spettacoli dal vivo.
Avete capito bene: dal maggio 2022 a Londra gli ABBA terranno una serie di concerti. Sono tornati!
C’è solo un piccolo particolare: non ci saranno gli ABBA
O meglio: gli Abba che conosciamo oggi, questi 4 geniali artisti ultrasettantenni, non saranno presenti nella loro attuale forma fisica. Saranno presenti in forma digitale, con il loro aspetto più smagliante, ad esibirsi con il viso ed il corpo che avevano alla fine degli anni ’70, al massimo del loro splendore. Agnetha ti amo. Scusate, mi è scappato.
Sera dopo sera, Abba Voyage farà esibire ”dal vivo” la band svedese in fantastici spettacoli realizzati in collaborazione con l’Industrial Light and Magic (ILM) di George Lucas. Gli ABBA ”attuali” hanno registrato tutti i loro movimenti (con l’aiuto del coreografo Wayne McGregor del Royal Ballet di Londra) in 3D con 160 telecamere. Un team straordinario di registi, artisti della motion capture e fotografi (Johan Renck ha realizzato la serie ”Chernobyl” e Svana Gisla ha realizzato i contenuti video per l’ultimo disco di David Bowie) completa la crew.
Queste registrazioni sono state poi elaborate da quasi 1.000 artisti digitali in quattro degli studi globali della Industrial, Light and Magic. Tantissimo lavoro, anche su filmati d’archivio, per realizzare una performance che semplicemente teletrasporterà gli Abba degli anni ’70 su un palco del 2022.
L’annuncio del ritorno “dal vivo” è stato salutato dall’uscita di due nuovi singoli. In uno, ”I still have faith in you” è possibile intravedere gli ”Abbatar”, le versioni digitali degli Abba che cantano l’ultima parte del brano (dal minuto 3:40 circa). Nell’altro inedito, ”don’t shut me down”, i volti degli Abba “riportati allo splendore degli anni 70” si alternano alle immagini del making of.
Stiamo davvero navigando in acque inesplorate. Con l’aiuto di noi stessi più giovani, viaggiamo nel futuro.
Benny Andersson, Abba, in un’intervista al Guardian
La prossima generazione di performance dal vivo
Quella degli Abba non è la prima rappresentazione digitale di artisti molto amati. Ricordate la resurrezione digitale di Tupac nel 2012? Fu quello l’inizio di un’industria completamente nuova. Gli spettacoli olografici avrebbero, di tanto in tanto, “riportato in vita” vecchie star sui palchi di tutto il mondo. Ora l’industria olografica fa un nuovo passo avanti.
David Nussbaum, CEO di PORTL è uno dei pionieri di questa industria. La sua società di telecomunicazioni usa gli ologrammi per “teletrasportare” le persone in ”cabine” ovunque nel mondo, ne ho parlato qui. Nussbaum ha lavorato a molti di questi concerti durante la sua carriera, e ora ne è certo: in futuro i più grandi artisti della Storia riempiranno di nuovo teatri e stadi.
La grande resurrezione digitale
Il nuovo spettacolo degli Abba è solo l’inizio. Gli artisti saranno sempre più dei franchise che vivranno in un eterno presente, da vivi e da morti, esibendosi con altri artisti vivi o con altri artisti morti.
Immaginate di andare a visitare la Hall of Fame del Rock, e anziché vedere un quadro o una statua, assistere ad una esibizione fatta da quello stesso artista. Immaginate di interagire con loro (un po’ come i visitatori di una mostra di Salvador Dalì inaugurata qualche tempo fa), o di farvi un selfie.
Macabro? Esaltante? Los dos, in diverse gradazioni. La tecnologia è pronta.
Si usa anche per i vivi
La tecnologia PORTL di Nussbaum, può essere applicata anche agli spettacoli. E funzionerà anche con gli artisti in carne ed ossa (in fondo anche gli Abba sono ancora vivi, Dio li preservi a lungo!), magari per farli esibire in contemporanea su più palcoscenici. 25.000 lumen di luce interna bianca proiettati su un’unica area in cui viene rivelata un’immagine con risoluzione 4K. Ecco la magia. Dentro la scatola compare una persona, si muove, potete vederla di fronte, di spalle, da tutte le angolazioni.
Funzionerà? Per me si. E alla grande, anche.
Perchè non dovrebbe funzionare? A meno che non abbiate una macchina del tempo, non potete tornare al periodo d’oro della fine degli anni ’70 , e vedere gli Abba far impazzire tutti. Questo è tutto ciò che possiamo fare: ed è molto, molto più che rivedere degli attori interpretarli in una fiction tv.
Tutti i segnali indicano che questo sarà un momento importante. Un affare per la band, certo, e un’esperienza speciale per tutti i fan. Su Abba Voyage, ne sono certo, comparirà presto un bel cartello visibile da tutti i produttori di spettacoli. E su quel cartello sarà scritto ”è un affare, ci si fanno soldi a palate”.
Gli altri verranno subito dopo.
Ad ogni modo, Abba Voyage ha un vantaggio
Lo spettacolo che la band svedese sta organizzando ha un vantaggio che mancava a tutti i precedenti revival alimentati dalla tecnologia: tutti i membri degli Abba sono vivi e vegeti. Tecnici, artisti e designer non avevano solo filmati d’archivio su cui basarsi le esibizioni, ma hanno potuto lavorare insieme alla band stessa, ritagliare tutto intorno a nuovi brani. Sarà uno spettacolo ”pre registrato”, ma sicuramente inedito.
Tornando alla questione economica, vi lascio solo immaginare. Gli ”Abbatars” digitali si esibiranno cinque volte alla settimana, anche due volte al giorno. Gli Abba potranno ”suonare” senza stancarsi, consentendo a stadi e palasport di riempirsi anche a prezzi più bassi.
Non credete che succederà anche ad altri artisti in futuro? La creazione di “album” e la possibilità di andare a cantarli dal vivo per un prezzo, o anche in spettacoli ”ibridi”, meno costosi e meno inquinanti?
Volenti o nolenti, considerate anche l’aspetto ambientale
Non solo una nuova ondata di spettacoli farà risparmiare tempo e denaro ad artisti e fan, ma darà una mano al pianeta. Parliamoci chiaro: negli ultimi 18 mesi le aziende hanno abbattuto la loro impronta ambientale e risparmiato miliardi di viaggi aerei. Anche nella musica potremo scegliere di vedere un artista dal vivo quando la cosa sarà irrinunciabile, e vederlo sul palco in forma digitale un po’ più spesso, se l’alternativa è non vederlo del tutto.
In un’era post-covid, questo è un potenziale futuro dei tour per le band: registrare il concerto in motion capture e inviarlo in qualsiasi parte del mondo, dalle più grandi arene ai piccoli teatri. Potrebbe non replicare mai esattamente l’esperienza completa di una star in carne e ossa. Oppure si. Ricordo concerti in cui vedevo l’artista così piccolo, da lontano, in uno stadio, che al suo posto avrebbe potuto esserci anche un sosia.
Resta il fatto che per i ”contemporanei” sarà un aiuto, per le ”vecchie” glorie come gli Abba sarà un ritorno, e per tutti i grandi della Storia sarà un pezzo di eternità. Gli spettacoli digitali faranno sì che le canzoni continuino ad andare molto, molto, molto tempo dopo che le ultime note sono state suonate dalle dita in carne e ossa dei loro legittimi proprietari.