Dopo ben vent’anni di ricerca preclinica, la scienza è pronta a iniziare la prima fase di test sull’uomo di un vaccino preventivo in unica dose per il cancro al seno. Un vaccino progettato per colpire una proteina comunemente espressa dai tumori al seno triplo negativi che sono il 15% del totale.
La definizione di “triplo negativo” sottolinea la mancanza di una delle tre principali caratteristiche molecolari comunemente prese di mira dai trattamenti moderni. In sintesi: i tumori al seno triplo negativo sono particolarmente mortali.
La nuova strada contro il cancro al seno
Uno studio fondamentale pubblicato nel 2010 ha forse rappresentato la svolta nella direzione di un nuovo tipo di vaccino preventivo contro il cancro al seno. La ricerca ha indicato che le cellule del cancro al seno esprimono spesso alti livelli di una proteina chiamata α-lattoalbumina. In particolare, è stato scoperto che le cellule del cancro al seno triplo negativo esprimono comunemente la proteina, rendendola un bersaglio per un vaccino.
L’idea generale alla base del vaccino è che l’α-lattoalbumina potrebbe essere un cosiddetto bersaglio immunologico. Possiamo stimolare il sistema immunitario ad attaccare le cellule che producono quella proteina e a seguire il cancro.
Thomas Budd, principale autore dello studio
Gli studi sugli animali hanno scoperto che addestrare il sistema immunitario a colpire le cellule che producono α-lattoalbumina può inibire la crescita dei tumori al seno e persino impedire del tutto che compaiano. Vincent Tuohy, che lavora a questo progetto da quasi 20 anni, dice che l’obiettivo è produrre un vero vaccino profilattico da somministrare a coloro che sono ad alto rischio di sviluppare il cancro al seno.
“Quello che stiamo cercando di fare è ciò che chiamiamo prevenzione primaria”, afferma Tuohy. “In realtà impedisce che la malattia si manifesti fin dall’inizio. Non stiamo cercando di prevenire le recidive, ma proprio l’emergere del tumore al seno”.
Finalmente la fase 1
Questa sperimentazione umana di Fase 1 è progettata per offrire approfondimenti preliminari sul profilo di sicurezza del vaccino. Lo studio valuterà anche le risposte immunologiche. Inizialmente saranno arruolate nello studio fino a 24 donne. La coorte comprenderà pazienti con carcinoma mammario triplo negativo attualmente libere da malattia, che saranno seguite per circa tre mesi per monitorare eventuali effetti avversi.
Questa fase dovrebbe durare circa un anno. Gli studi successivi arruolano più volontarie per iniziare a valutare l’efficacia. In quegli studi successivi i ricercatori sperano di trattare soggetti sani ma geneticamente ad alto rischio di sviluppare il cancro al seno.
Se tutto va bene, e cioè se ogni fase della ricerca andrà alla perfezione, avremo questo vaccino nel 2031. Questo perchè ci vogliono anni a valutare il verificarsi di un cancro nella vita di qualcuno.
Non sarà per tutti
Non vi aspettate che questo vaccino sia iniettato ai bambini piccoli, per impedire il cancro al seno come oggi si fa per il morbillo o la meningite. La proteina bersaglio del vaccino, l’α-lattoalbumina, è una proteina del latte dipendente dalla lattazione. Significa che viene espressa normalmente quando il tessuto mammario sano si sta preparando per l’allattamento al seno.
Questo vaccino potrà dunque essere utilizzato nelle donne ad alto rischio di cancro al seno che hanno già superato l’età fertile, o nelle donne più giovani a rischio genetico particolarmente elevato di cancro al seno che potrebbero essere disposte a rinunciare ad allattare in futuro.
Nonostante le potenziali limitazioni all’ampia diffusione, sarebbe un risultato straordinario. E i ricercatori sono ottimisti sulla possibilità di applicare questa strategia anche ad altri tipi di cancro.
Il cancro (non solo al seno) è il grande obiettivo dei prossimi anni
Nel mondo ci sono molti altri ricercatori che stanno studiando una varietà di bersagli molecolari per molti diversi tipi di vaccini contro il cancro. Sono già iniziati gli studi sull’uomo su un vaccino mirato al cancro del colon-retto e altri tipi di vaccini contro il cancro sono in varie fasi di sviluppo. Prendono di mira tutto, dal cancro della pelle al cancro del polmone, passando per il glioblastoma.
“Il nostro programma di ricerca traslazionale si concentra sullo sviluppo di vaccini che prevengono le malattie che affrontiamo con l’età, come il cancro al seno, alle ovaie e all’endometrio”, afferma Tuohy, guardando al futuro. “Se hanno successo, questi vaccini hanno il potenziale per trasformare il modo in cui controlliamo i tumori ad insorgenza nell’età adulta e aumentare l’aspettativa di vita in un modo simile all’impatto che ha avuto il programma di vaccinazione infantile”.