I visitatori di Amsterdam potrebbero presto avvistare piccoli natanti a guida autonoma grandi come un’auto in giro per i canali della città. Barche autonome, che passano silenziosamente traghettando passeggeri, consegnando merci o trasportando rifiuti. Signore e signori, eccovi le Roboat. Che ne dite del nome?
Più accattivante di “veicolo galleggiante autonomo” , vero? Si tratta di un progetto che a breve inizierà i viaggi di prova volti a migliorare le opzioni di trasporto della affollata città olandese.
Abbiamo un sacco di traffico stradale che ingombra le nostre piccole strade. Allo stesso tempo abbiamo un sacco di acque libere, nei canali… Per questo abbiamo sviluppato una barca a guida autonoma per aiutare con la logistica in città e anche per portare le persone in giro.
Stephan van Dijk, alla guida del progetto Roboat in collaborazione con il MIT.
Si parte con le prime due imbarcazioni
Dopo quattro anni di prove con versioni più piccole e perfezionamenti del concept, mercoledì scorso i produttori hanno mostrato le prime due Roboat funzionali a grandezza naturale. Una delle prime applicazioni di prova dell’imbarcazione sarà per un compito poco affascinante ma importante: la raccolta dei rifiuti.
Il lavoro viene normalmente svolto dai camion, ma causano ingorghi e rappresentano un pericolo per la sicurezza dei pedoni. Invece, le Roboat agiranno come cestini galleggianti della spazzatura, tornando alla base quando sono piene. La città di Amsterdam, che sostiene il progetto, sta valutando le posizioni per un progetto pilota di raccolta dei rifiuti con roboat che dovrebbe partire ad inizio 2022.
Le roboat dovranno essere collegate digitalmente alla gestione del traffico marittimo della città per evitare collisioni, ma Stefan Van Dijk, a capo del progetto, dice che senza conducenti umani e con una ottima “vista” notturna i rischi saranno ben pochi. La possibilità di usarle 24 ore su 24, poi, potrà spostare la logistica di notte lasciando il diporto di giorno.
Come è fatta una Roboat?
I dettagli tecnici di Roboat sono disponibili sul sito Web del progetto, comprese le prestazioni della batteria e il sistema di ricarica wireless. Sulle caratteristiche, considerate una Roboat come un drone capovolto: sotto il pelo dell’acqua ci sono due eliche (prua e poppa) e due propulsori (ai lati della prua). Questo consente all’imbarcazione di manovrare in modo molto agile, comprese le manovre di ormeggio.
Uno scanner nella parte anteriore, due sistemi GPS (prua e poppa) e più fotocamere sui lati aiutano Roboat nel posizionamento. La programmazione del natante, però, viene eseguita dai computer a terra. Attualmente l’imbarcazione non ha le autorizzazioni per navigare con passeggeri: tra non molto, però, questo scafo da 1200 kg (2.645 libbre) mostrerà tutte le sue potenzialità.
Una flotta di Roboat può davvero sorprendere: non solo per passeggeri, rifiuti e modelli di trasporto. Tante imbarcazioni collegate tra loro possono agire in modo impensabili: pensate a piattaforme galleggianti per concerti, ponti temporanei (certo meno belli di questo), o un cerchio di barche per circoscrivere una fuoriuscita di petrolio.
L’unico limite è la fantasia.