Se potessi avere una bacchetta magica per rubare la creatività di qualcuno o qualcosa (da pubblicitario vi dico che vorrei tanto), saprei cosa rubare. Mi piacerebbe rubare la creatività dei tizi Nissan negli anni ’90. Il loro “futuro di ieri” era una roba pazzesca, quasi cyberpunk. Non ci credete? Allora non avete mai visto cose come la Nissan Cocoon nel 1991.
Ma di cosa si drogavano?
Non so cosa finisse nelle narici dello staff Nissan a quei tempi, ma doveva essere davvero potente. In quel periodo il parto della fantasia della casa giapponese fu particolarmente ricco. La serie delle Pike, ad esempio: ho visto roba della Playmobil con più dignità estetica. Nulla però esprimeva il senso del fantasmagorico quanto la Nissan Cocoon. Siamo nel fantasy più spinto, amici.
Il Cocoon è una sorta di strano miscuglio di monovolume/vagone. Ho detto “vagone”? Si. Un lungo vagone a tre file da sei passeggeri con un piccolo portellone sul retro che si aprirebbe per diventare un altro sedile esterno, ma rivolto all’indietro. Faccio prima a mostrarvelo. Pronti? Ecco.
Bello, eh? L’ideale per una seratina romantica a godersi la fila al casello della Salerno-Reggio Calabria. E una volta piegato, il sediolone aggiuntivo diventava semplicemente il rivestimento interno del bagagliaio: questo ha una sua intelligenza, ammettetelo. Guardate che fantastica tappezzeria pied de poule! E come i sedili hanno i poggiagambe ribaltabili! E ogni sedile ha la propria illuminazione ambientale dall’alto! Un aereo, anzi: un treno.
Cocoon: di tutto, di più
Lamentate il grave problema della mancanza di tortuosità dei tunnel centrali delle odierne auto? Si, lo so, vi sono vicino. È un bel problema, che la Nissan Cocoon risolveva con il tunnel più tortuoso di tutta la nostra vita. In una specie di lungo ottovolante di plasticona beige potete trovare di tutto, perfino i primi concept di sistemi GPL.
Ma sappiamo tutti che siete qui solo per il titolo
“Oh, Gianluca, e la parte che riguarda gli sputi? Non avrai mica fatto clickbaiting, ci meravigliamo di te!” mi direte. E no. Semplicemente, il meglio lo riservavo per il finale. Ebbene si: la Nissan Cocoon aveva già un embrione di sistema anti addormentamento. Quando si accorgeva (ma come? Non trovo da nessuna parte il criterio) che il conducente stava per prendere sonno, gli sputacchiava in faccia uno sbuffo di liquido “rinfrescante”, dalla incerta composizione. Tutto questo era MOLTO anni ’90.
Lo stile liscio della carrozzeria tipo supposta, le proporzioni insolite, le linee così “vogliamo il futuro”… fantasioso e stravagante. Ha una grandiosa personalità, e racconta quegli anni forse meglio di qualsiasi documentario o film.