Sapete per cosa sarà ricordato il 2020, purtroppo. Il 2021 è stato un anno simile, ma in più abbiamo visto anche la nascita di nuove, strane parole. Metaverso, ad esempio: Facebook ha cambiato nome per abbracciare questa idea di prospettiva che potrebbe essere la nuova internet. Un’altra parola strana è NFT, un modo per fornire possesso “fisico” anche di beni digitali e diffusi.
L’ultima parola in ordine di tempo, quella di cui vi parlo in questo post, è DogPhone. Diversamente dalle altre, è più semplice da interpretare quanto stupida. Si, è proprio quello che sembra: un telefono per cani.
Ma perchè? Perché?
Sviluppato dalla dottoressa Ilyena Hirskyj-Douglas, ricercatrice presso l’Università di Glasgow in Scozia, e da Zack, il suo labrador di 10 anni, il DogPhone è costituito da una pallina dotata di un sensore e collegata a un laptop. Quando i cani muovono la pallina, il “telefono” avvia una videochiamata al proprietario (muovere la pallina funziona anche per rispondere a una chiamata in arrivo).
So cosa starete pensando in tanti. C’è un mucchio di nuovi gadget per la demotica. Questa era solo una naturale conseguenza: dopo tutto sono fioriti tanti oggetti per monitorare gli animali domestici quando si è lontani. Perfino distributori di cibo a distanza, o telecamere di controllo. La fase successiva di un mondo malato di nomofobia è provare a far interagire anche gli animali con le nostre ossessioni. E chi meglio dei cani, i nostri amici più vicini?
Va detto che il DogPhone non è (per ora?) destinato all’uso commerciale o alla distribuzione, ma è stato inventato per studiare il modo in cui i cani sperimentano la tecnologia e per provare a realizzare un’interfaccia usabile anche da loro.
Trasmettere ossessioni anche ai cani: ci stiamo riuscendo bene
A proposito dello sviluppo del prototipo, la Hirskyj-Douglas afferma in un video di YouTube di aver provato a migliorare una “esperienza utente” per i cani. “Costruisco dispositivi per il mio cane e per molti altri cani da un po’ di tempo”, dice la ricercatrice nel breve filmato. “Penso che molti di questi dispositivi siano davvero importanti per dare ai cani più scelte per arricchirsi di esperienza”.
Eppure a sentirla parlare sembra che l’esperienza sia stata speciale soprattutto per lei. “È stato molto stimolante inizialmente ricevere videochiamate da Zack”. Alla fine però il cane ha smesso di parlarle con assiduità, generando nuove preoccupazioni nella padrona.
È diventato un po’ più ansioso per me perché a volte non ricevevo una videochiamata o lui non mi chiamava durante il giorno, e io pensavo: ‘Oh, di solito mi chiama a quest’ora’.
Ilyena Hirskyj-Douglas
In questo probabilmente vi sembrerò retrogrado. E parlo da possessore di cani, anche di un Labrador. I cani capiscono cosa stanno facendo quando effettuano una videochiamata? Hanno anche loro quest’ansia di “controllare” i loro partner umani quando non sono a casa, o si accontentano semplicemente di noi quando ci vedono?