Ocean Ark è un progetto cileno per un sistema di piscicoltura che si sposta sul mare. Una vera e propria “arca” semovente che alleva pesci in gabbie di rame. Il concept è stato sviluppato secondo le linee guida del RINA, una società che provvede alla classificazione delle navi e alle loro procedure di sicurezza.
La nave, concepita da Ocean Arks Tech of Chile (OATECH), offre un approccio totalmente nuovo alla piscicoltura. È destinata a rivoluzionare il settore migliorando diversi parametri: la salute dei pesci, il comfort dell’equipaggio e in generale l’immagine dell’intero settore.
Meno problemi al mare, più correttezza
Come piattaforma mobile per la produzione di pesce, Ocean Ark può evitare alcuni dei rischi della piscicoltura oceanica. Soprattutto, può fornire fino a 4.000 tonnellate di prodotto ai mercati, secondo i progettisti.
Far navigare la Ocean Ark lontano da ondate di calore marino, fioriture di alghe e tempeste (i tre talloni d’Achille della piscicoltura) produrrà proteine di qualità superiore e aumenterà la produzione ittica mondiale. Tutto ciò senza aumentare la pressione sugli stock ittici e sugli habitat costieri.
Da uno statement della OATECH
La sostenibilità è un traguardo necessario, come sapete. Ma non si tratta solo di ridurre le emissioni di carbonio: serve una catena di produzione alimentare efficiente, ancorché sostenibile. E ripensare la piscicoltura secondo nuovi criteri potrebbe essere una buona soluzione per il futuro.
Piscicoltura intelligente
L’intelligenza artificiale aiuterà il funzionamento del trimarano a basse emissioni, che presenta gabbie autopulenti in rame che aiutano a garantire condizione di salute molto migliori ai pesci. Sono in corso finanziamenti per costruire diverse unità di Ocean Ark e sono stati firmati memorandum d’intesa per costruirle in cantieri navali in Cina e Turchia.
In sintesi: la tecnologia adoperata permette una piscicoltura a bassa densità di pesce più sano e di qualità superiore, ma a costi inferiori. Potendosi spostare, Ocean Ark è in grado anche di ridurre le emissioni nei trasporti perchè può posizionarsi vicino ai mercati di consumo (e ai porti) asiatici, USA ed europei.