Nella realtà quotidiana, qualsiasi azione passa attraverso il “codice neurale“. Quest’organo lavoratore del cervello ha il compito di tradurre gli stimoli esterni in azioni eseguibili dal corpo, creando una risposta coerente.
Un team di ricercatori del MIT guidati da Nancy Kanwisher, sta lavorando per provare a combinare la realtà aumentata con il codice neurale, facendo in modo che venga impiantata direttamente nel cervello.
In altre parole, se la ricerca dovesse produrre i risultati sperati, potrebbe essere possibile creare una simulazione in realtà virtuale direttamente nella nostra testa.
Vediamo cosa è stato scoperto finora e quali sono gli aspetti più interessanti della ricerca, così da ottenere qualche informazione in più.
E’ giusto intervenire sul codice neurale?
Tutta la ricerca realizzata e portata avanti dal MIT, punta sull’analisi di un area specifica del cervello: l’area fusiforme facciale.
Studiando il funzionamento di questa porzione della mente umana e la sua reazione agli stimoli, il team prova a ragionare sull’incrocio tra codice neurale e realtà aumentata. Parliamo di una nuova frontiera, la creazione di interfacce cervello-macchina che si adattano al paziente passo dopo passo.
Secondo i ricercatori, questi dispositivi riuscirebbero ad aiutare tantissime persone.
Potrebbero fornire assistenza ai paralitici, mitigare i sintomi del morbo di Parkinson, aiutare chi ha problemi nel tornare a camminare, riducendo i tempi fisioterapici.
Allo stesso tempo, la ricerca condotta potrebbe aprire la porta a nuove interessanti scoperte in ambito didattico, aiutando i medici a capire meglio come funziona “l’assimilazione delle informazioni“. Sarebbe così molto più facile capire quando qualcuno sta mentendo, o scoprire difficoltà e ritardi nell’apprendimento.
Parlando invece di “futuro lontano”, la connessione tra codice e realtà aumentata potrebbe permetterci di inserire ricordi nel nostro cervello, o di interagire con il metaverso (una realtà virtuale condivisa tramite internet).
Stimolazione celebrale: a che punto siamo?
La tematica della stimolazione celebrale, intesa come manipolazione consapevole della risposta sensoriale del cervello, esiste da diversi anni. Tantissimi medici stanno sperimentano metodologie innovative, sfruttando soprattutto le onde elettromagnetiche.
Uno degli obbiettivi, è quello di riuscire a combattere la perdita di memoria nel morbo di Alzheimer, scoprendo cosa spinge il cervello a dimenticare. La ricerca del team di MIT sul codice celebrare e la realtà aumentata, si aggiunge alla lista di centinaia di proposte.
La sperimentazione è ancora solo agli inizi, e non sappiamo quanto tempo ci vorrà per assistere ai primi risultati. Potrebbero volerci mesi come anni, o addirittura decenni. La ricerca si sta muovendo velocemente e, con ogni probabilità, presto qualcuno riuscirà a leggere il codice celebrare e a decifrare il sistema nascosto dietro la mente umana.
Le potenzialità della stimolazione celebrare sono davvero infinite. Addirittura, si pensa che la tecnologia potrebbe offrire la possibilità di vivere nuove esperienze, creando vere e proprie allucinazioni.
Al momento, non ci resta che aspettare e vedere come si evolve la situazione. Sappiamo che il desiderio di cambiare le cose c’è e che le ricerche sono iniziate, dobbiamo solo capire in che direzione andranno.