La navicella DART (vi ho parlato qui del suo lancio) sviluppata dalla NASA ha un obiettivo intrigante: schiantarsi contro un asteroide. Perché? Per vedere se questa può essere una strategia di difesa planetaria valida in caso l’asteroide fosse in rotta di collisione con la Terra. La navicella, lanciata il mese scorso, ha già trasmesso le sue prime immagini: buon segno, vuol dire che è sopravvissuta al lancio e la fotocamera è ok.
Una bella foto (relativamente ravvicinata)
Martedì 7 dicembre la navicella spaziale ha aperto la porta circolare che copre l’apertura della sua telecamera telescopica DRACO e, con grande gioia di tutti, ha riprodotto in streaming la prima immagine dell’ambiente circostante”, ha scritto la NASA. L’immagine è presa “da vicino”, a 11 secondi luce dalla Terra. Si tratta di oltre 3 milioni di chilometri (circa 2 milioni di miglia) e mostra circa una dozzina di stelle, nitide e cristalline sullo sfondo nero dello spazio, vicino a dove le costellazioni Perseo, Ariete e Toro si intersecano.
Seconda stella a destra
Le immagini di DART sono acquisite utilizzando la telecamera ad alta risoluzione DRACO (che sta per Didymos Reconnaissance e Asteroid Camera for Optical navigation), l’unico strumento a bordo di questo velivolo “kamikaze”. DRACO viene utilizzato sia per la navigazione che per il targeting. Osserverà le dimensioni e la forma dell’asteroide Didymos e aiuterà a fornire informazioni su come e dove il velivolo DART dovrebbe colpirlo.
DART, cronaca di un impatto che (forse) ci salverà
Sebbene non sia il suo scopo principale, DRACO verrà usato anche per inviare immagini sulla Terra. Via via che la missione procederà, avremo sempre più fotografie che ci mostreranno tutto: il viaggio di questa “freccia spaziale”, e il suo schianto contro l’asteroide.
Sembra la trama di un film famoso, ma senza Bruce Willis (né Ben Affleck e Liv Tyler, per non far torto a nessuno).