“È importante per noi morire perché la maggior parte delle volte le persone non cambiano idea, muoiono e basta”, ha detto la scorsa settimana Elon Musk durante un evento. “Se vivessimo per sempre, potremmo diventare una società molto cristallizzata in cui le nuove idee non possono avere successo”. Certo. Potremmo.
Ma anche no. Elon, stavolta non ti capisco e non mi adeguo. Vediamo un po’.
Anzitutto: è vero che le nuove idee iniziano a morire con l’aumentare dell’età?
Negli USA (patria elettiva di Musk) una ricerca ITIF sulla demografia dell’innovazione dice che il picco dell’età per l’innovazione è di 47 anni. E continua ad avere ottimi riscontri fino a circa 55 anni (Elon, tu stesso hai ancora 5 anni di gloria mentale, goditeli).
A quanto pare, avere più tempo per aumentare le conoscenze aiuta anche a partorire idee migliori. Purtroppo però poi il corpo inizia a degradare: ed è qui che potrebbe correre in aiuto la scienza. Altro che morire.
È vero che se vivremo molto più a lungo ci saranno persone che tenderanno a bloccare ogni progresso?
È un altro dei timori di Musk. Eppure lui stesso ha un enorme successo (iniziato nel 1999 a 28 anni, con i suoi primi 22 milioni di dollari!) e non mi pare stia affrontando tutte queste resistenze dagli anziani “che non vogliono morire”. C’è qualche correlazione tra anzianità demografica di un paese e riesistenza all’innovazione?
Prendiamo il Giappone. Si, è vero, adorano ancora il fax, fanno un casino con i timbrini al posto delle firme elettroniche e difendono il contante, in più c’è un po’ di resistenza alle auto elettriche (ma forse è più questione commerciale, Toyota docet). Però vedo in giro anziani con l’esoscheletro. Vabbè, fa niente. Cambiamo esempio.
L’Europa. Ecco. Anche l’Europa ha una popolazione più anziana, ma è tra le entità meno vogliose di morire e più vogliose di abbracciare l’innovazione e la transizione energetica. Ancora una volta i conti di Elon non tornano in modo così preciso.
Il tempo è spazio: se iniziamo a spostarci, c’è spazio per tutti (e quindi tempo)
Nel corso dei secoli, l’umanità ha aumentato l’aspettativa di vita. Ha iniziato a morire sempre più tardi. È un fatto. Forse potremmo iniziare a dubitarne proprio oggi, ma la tendenza è chiara. Anche le conoscenze, guarda caso, hanno iniziato ad aumentare ed accelerare.
Questo però richiede più tempo per stabilire una base critica di conoscenze utili: in pratica, serve più tempo perchè “l’alunno medio”, la persona del futuro, abbia la base di conoscenze minime per iniziare a costruire quello che c’è dopo.
Le condizioni economiche ed energetiche di un mondo tra 100 anni non le conosciamo. Potrebbero consentire alle persone di studiare per i primi 40 anni della loro vita, se l’aspettativa di vita si alzerà drasticamente. E forse sarebbe quello il tempo necessario a padroneggiare le cose.
L’uomo negli ultimi secoli si è espanso quasi in tutto il mondo, creando un’economia globale. E l’economia globale ha migliaia di mercati: questo significa più luoghi dove gli innovatori possono avere opportunità. Non meno luoghi.
Potrebbe essere solo l’inizio.
L’umanità si è espansa in tutto il mondo, dicevo. Pensate se e quando, col tempo, l’Umanità si espanderà nel sistema solare e oltre. Il sovrappopolamento del pianeta sarà ancora un problema? I pianeti, le colonie, le stazioni spaziali, o intere città orbitanti ospiteranno molti miliardi di esseri umani.
Per quanto ne sappiamo, tra un migliaio di anni potrebbero esserci miliardi di persone sulla Terra, milioni o miliardi su Marte, un miliardo sulla Luna eccetera.
Nel 1600, la gente voleva lasciare il Vecchio Mondo e andare in altri posti. Uno di questi posti erano le colonie. Ora, Elon Musk stesso teorizza colonie altrove, ad esempio su Marte. Ed ha avviato un’azienda che costruisce razzi per poterlo fare. SpaceX e chi verrà dopo apriranno le porte all’orbita terrestre, al sistema solare e oltre.
C’è spazio per le persone, comprese le persone molto longeve. La lotta all’invecchiamento darà loro più tempo. Perchè morire, se si potrà evitare?
Perchè morire?
La vita intelligente dovrebbe espandersi. Non abbiamo abbastanza persone, intelligenza artificiale o tempo per portare a termine il compito di esplorare l’universo. L’antiaging consentirà di raggiungere obiettivi impegnativi e dispendiosi in termini di tempo. E morire dovrebbe essere un’opzione da combattere, quantomeno da rimandare il più possibile.
Fino al 1800 vedevi morire la maggior parte delle persone prima dei 40-50 anni. L’invecchiamento e il declino della salute hanno privato la società di grandi innovazioni. Molti grandi sono morti giovani. Il mondo ha visto morire giovane Mozart. Ha visto morire a 31 anni sia un matematico straordinario come Nicolaus Bernoulli che una scienziata come Ada Lovelace, che ha contribuito allo sviluppo dei computer.
Musk dice che dobbiamo innovare con urgenza. Bene. In pratica vuole di più di quanto possa ottenere con la sua attuale aspettativa di vita. A tutti serve più tempo per raggiungere obiettivi più grandi.
Vale anche per chi sta studiando modi per morire più tardi, e chissà, in un lontano futuro forse mai. Gli innovatori ora devono spingersi oltre tutti coloro che si frappongono sulla loro strada. Avere qualche ostacolo in più non ha fermato Elon Musk ora, e avere più persone anziane in futuro (compreso Musk, gli auguro) non fermerà i futuri Elon Musk.