E se esistesse un modo per prevedere l’arrivo degli tsunami? Per prevederlo davvero, il tanto sufficiente ad avvertire tutti e permettergli di evacuare in sicurezza?
Secondo gli scienziati, la risposta è nei campi magnetici generati prima dell’inizio del fenomeno, prima dell’innalzamento del livello del mare.
Analizzando in tempo la presenza dei campi magnetici, potrebbe essere possibile prevedere l’arrivo dello tsunami almeno qualche minuto prima del ritirarsi delle onde, anticipando il disastro.
Quello che all’apparenza potrebbe sembrare come una differenza irrisoria, ha il potenziale per salvare tantissime vite. Soprattutto, si eviterebbe il sopraggiungere del panico, e le persone resterebbero più tranquille.
Per essere del tutto trasparenti, è vero che si ragiona da tempo sul possibile collegamento tra i dati del campo magnetico e l’arrivo degli tsunami.
Tuttavia, fino ad ora non erano ancora stati effettuati esperimenti misurando l’aumento simultaneo delle onde del campo magnetico e del livello del mare.
Hanno fatto qualcosa che sostanzialmente doveva essere fatto. Avevamo bisogno di uno studio che confrontasse i dati del campo magnetico con il cambiamento del livello del mare dai dati della pressione, e sono abbastanza sicuro che siano i primi a confrontare davvero quanto il livello del mare dal campo magnetico corrisponda al livello del mare da pressione, quindi è sicuramente molto utile.
Neesha Schnepf, Università Colorado
Prevedere gli tsunami: E’ davvero possibile?
Nelle loro ultime osservazioni, i ricercatori hanno notato che i valori relativi al cambiamento del livello del mare concordano con i dati magnetici.
Secondo il geofisico Zhiheng Lin, ricercatore dell’Università di Kyoto in Giappone, esiste una stretta correlazione tra l’aumento dell’attività magnetica e l’innalzamento dei mari.
Il team ha esaminato i dati raccolti da due tsunami, che si sono tenuti in due luoghi diversi:
- Samoa nel 2009
- Cile nel 2010
I numeri confermano che il campo magnetico dalle onde generatrici dello tsunami, arriva prima delle onde stesse. Ciò significa, che i valori possono essere utilizzati per prevedere l’altezza delle onde, aiutando le persone a prepararsi nel modo giusto.
In accordo con i risultati della ricerca, il campo magnetico diventa più facile da rivelare in relazione alla profondità dell’acqua. Più il mare è profondo, più tempo è necessario per ottenere una corretta rivelazione.
Riuscire ad ottenere informazioni preventive riguardo la probabilità di formazione degli tsunami, aiuterebbe le zone a rischio a tenere la situazione sotto controllo.
“Potresti ottenere previsioni molto migliori su quali aree potrebbero dover essere avvertite [e] quanto gravemente potrebbe colpire determinati luoghi“
Questo è quello che ci riporta Neesha Schnepf, un ricercatore di geomagnetica che ha partecipato allo studio sui campi magnetici.
Conclusioni
Il Journal of Geophysical Research ha pubblicato la ricerca del team di Neesha Schnepf, dandoci informazioni su quanto è stato scoperto sugli tsunami.
Il risultato ottenuto, ci fornisce un ulteriore strumento per la prevenzione sui disastri naturali. In particolare, ci dà speranza su un fenomeno estremamente distruttivo, che ha colpito e rovinato tantissime coste.
Il problema fondamentale, ciò che ci impedisce di godere appieno della scoperta, è l’assenza delle risorse.
Non molte stazioni di osservazione sono impostate per registrare questo tipo di dati del campo magnetico. In più, le letture funzionano solo ad una certa profondità, quando il rumore della costa è sufficientemente lontano.
Secondo i team di ricercatori, i possibili risultati varrebbero gli investimenti necessari per ottenere le strumentazioni corrette.
Dobbiamo aspettare per scoprire quali decisioni prenderanno le stazioni d’osservazione.