La Terra è il pianeta azzurro per definizione, ma nessuno sa davvero da dove provenga tutta questa acqua.
La polvere di un vicino asteroide ha ora rivelato una fonte potenzialmente trascurata, quasi insospettabile: il Sole. La tesi: l’acqua sul nostro pianeta potrebbe essere stata creata da un fiume di particelle cariche, “soffiato” dall’atmosfera superiore del Sole miliardi di anni fa.
Perché?
Quando il vento solare interagisce con le minuscole particelle di polvere presenti su alcuni asteroidi può creare una piccola quantità di acqua, e questo potrebbe spiegare parte del liquido che troviamo qui sul nostro pianeta.
La maggior parte dei modelli moderni suggerisce che la maggior parte dell’acqua presente sulla Terra provenga originariamente da una fonte extraterrestre. Probabilmente da asteroidi di tipo C nella regione di Giove-Saturno, magari oltre: questi lontani asteroidi sono noti per contenere una quantità significativa di minerali contenenti acqua.
Da soli non bastano
Le condriti carboniose (questo il nome degli asteroidi “portatori” d’acqua sul nostro pianeta) probabilmente non sono l’unica nostra “fonte”. Anche altri tipi di meteoriti ricchi di acqua potrebbero aver fatto lo stesso, anche perché le condriti carboniose non possono rappresentare l’intero bilancio idrico del pianeta.
C’è un asteroide relativamente vicino alla Terra. Si chiama Itokawa, e un’analisi dei campioni prelevati da questa roccia ricca di silicati nel 2010 ha trovato segni di acqua. La fonte? Potrebbe essere proprio il Sole.
Acqua dal sole sul nostro pianeta
L’irradiazione del vento solare è stata proposta anche in passato come un possibile modo per formare acqua su materiali ricchi di silicati che viaggiano nello spazio. Nelle prove di laboratorio, gli ioni idrogeno volatili reagiscono con i minerali di silicato, dando acqua come sottoprodotto. Gli studi di microscopia elettronica e spettroscopia elettronica hanno trovato prove dirette di acqua anche all’interno di particelle di polvere extraterrestre.
In teoria, se l’acqua rimane intrappolata in queste particelle di polvere, l’elemento sarà protetto dagli agenti atmosferici dello spazio. E potrà quindi essere consegnato tramite meteoriti a un altro pianeta.
“Questo fenomeno potrebbe spiegare perché le regoliti di corpi celesti senz’aria come la Luna, che un tempo si pensava fossero anidri, contengono ossigeno e acqua”, spiegano gli autori del nuovo studio.
Dimmi come sei, e ti dirò quanta acqua hai
Per esplorare ulteriormente questa ipotesi e in un modo leggermente diverso, i ricercatori hanno osservato l’asteroide Itokawa. L’obiettivo? Vedere se questo oggetto contiene un “serbatoio volatile” di isotipi simile a quello del vento solare.
Basandosi su una meticolosa analisi atomo per atomo, nota come tomografia a sonda atomica, gli scienziati hanno ora misurato l’abbondanza di acqua trovata all’interno della polvere dell’asteroide Itokawa, portata sulla Terra dall’Agenzia di esplorazione aerospaziale giapponese (JAXA) nel 2011. Misurando tutto intorno a queste particelle, comprese le parti nascoste dal Sole, il team ha trovato idrossido e acqua arricchiti nei bordi su tutti i lati. Ciò suggerisce che gli ioni di idrogeno del Sole sono stati “impiantati” nella roccia, immagazzinando acqua dove non può essere toccata.
“La nostra ricerca suggerisce che il vento solare ha creato acqua sulla superficie di minuscoli granelli di polvere. Questa acqua ‘isotopica’ più leggera probabilmente ha fornito il resto dell’acqua terrestre. E magari quella di ogni altro pianeta nella stesse condizioni”, afferma il planetologo Phil Bland della Curtin University in Australia.
Lo studio è stato pubblicato su Nature Astronomy .
A giudicare da quanta acqua hanno trovato in queste minuscole particelle di polvere, il team stima che gli asteroidi di tipo S possano contenere 20 litri di acqua per ogni metro cubo di roccia.
Pianeta bagnato, pianeta fortunato
I risultati suggeriscono che i granelli di polvere isolati nello spazio potrebbero rappresentare un’importante fonte di acqua nel nostro sistema solare, che potremmo potenzialmente raccogliere in futuro se ne raccogliamo abbastanza.
“Il modo in cui gli astronauti possono ottenere acqua a sufficienza, senza trasportare rifornimenti, è una delle barriere della futura esplorazione dello spazio”, afferma il geoscienziato Luke Daly, che ha lavorato all’analisi.
“La nostra ricerca mostra che lo stesso processo di alterazione spaziale che ha creato l’acqua su Itokawa probabilmente si è verificato su altri pianeti senz’aria, il che significa che gli astronauti potrebbero essere in grado di elaborare nuove scorte di acqua direttamente dalla polvere sulla superficie di un pianeta, o sulla Luna”.