L’Oceano Artico, comunemente conosciuto come “Mar Glaciale Artico“, occupa una piccola porzione del territorio del Polo Nord.
Rientra tra gli oceani più piccoli al mondo, oltre che tra i meno conosciuti. La sua incredibile lontananza e la “desolazione” dei territori, abitati per lo più dagli orsi polari, hanno fatto sì che le persone ignorassero la presenza di questo oceano per molto tempo.
Qualche mese fa, le foto tremende degli orsi polari trovati morti al Polo Nord hanno risvegliato l’interesse generale. Questa parte desolata del mondo ha ottenuto nuova attenzione, e gli scienziati si sono dedicati all’analisi delle condizioni del territorio.
Purtroppo, quello che hanno scoperto non è affatto rassicurante, e potrebbe avere delle ripercussioni sugli “effetti collaterali” del climate change. Avvertiamo già i cambiamenti di temperatura, ma la situazione potrebbe degenerare in poco tempo.
Vediamo nel dettaglio cosa hanno compreso gli esperti e cosa è emerso dalla ricerca.
La ricerca sui sedimenti del Oceano Artico
“L’Oceano Artico si sta riscaldando da molto più tempo di quanto pensassimo in precedenza. (…) Stiamo parlando dei primi anni del 1900, e da allora abbiamo già sovralimentato l’atmosfera con anidride carbonica. È possibile che l’Oceano Artico sia più sensibile ai gas serra”.
Francesco Muschitiello, professore Cambridge
Queste parole appartengono ad un intervista rilasciata da Francesco Muschitiello alla CNN, in occasione della divulgazione dei risultati della ricerca. Muschitiello, l’autore dello studio insieme ad altri 13 scienziati, ha offerto un punto di vista oggettivo nei confronti di una situazione piuttosto complessa.
Il gruppo di scienziati ha scoperto grazie alla propria analisi, che l’Oceano Artico ha iniziato a riscaldarsi anni prima di quanto si pensasse.
Non sappiamo esattamente cosa abbia causato un surriscaldamento così precoce e così violento, ed è per questo necessario indagare meglio sul fenomeno.
Per effettuare lo studio, i ricercatori hanno utilizzato sedimenti marini prelevati dal Fram Straight, un punto specifico in cui l’Oceano Artico e l’Oceano Atlantico si incontrano.
I sedimenti gli hanno permesso di analizzare più di 800 anni di storia, dimostrando che l’inizio del surriscaldamento è di gran lunga precedente a quanto ci si aspettava.
Un aumento improvviso del riscaldamento è associato all’inizio del XX secolo, nel momento in cui abbiamo iniziato a percepire la gravità degli errori commessi.
Conclusioni
Abbiamo sempre pensato che i cambiamenti climatici abbiano avuto inizio a patire dal XX secolo, abbiamo sempre pensato di avere tutta la situazione sotto controllo.
Eppure, le ultime ricerche stanno dimostrando che i danni alla Terra sono di gran lunga superiori a quelli che pensavamo.
E’ arrivato il momento di assumersi le proprie responsabilità ed accettare tutto quello che il genere umano ha causato con i suoi sprechi e i suoi consumi.
Non c’è più molto tempo. L’Oceano Artico si sta riscaldando velocemente, e abbiamo troppo poco tempo prima che le conseguenze diventino ingestibili.
Siamo forse arrivati troppo tardi?