Un’azienda che impianta interfacce informatiche neurali nel cervello sostiene che un paziente paralizzato da una malattia del sistema nervoso ha condiviso un aggiornamento sui social media semplicemente pensandolo.
Un uomo di 62 anni in Australia con la sclerosi laterale amiotrofica (SLA), una malattia che causa la paralisi dei muscoli, è ora in grado di trasmettere sui social i suoi pensieri senza l’uso dell’attività muscolare. Lo fa sapere Synchron, l’azienda che gli ha fornito questa capacità: il primo tweet al mondo scritto col pensiero.
” Ho creato questo tweet solo pensandolo ” – si legge nel tweet pubblicato da Philip O’Keefe sull’account del CEO di Synchron Thomas Oxley.
Il “primo tweet a pensiero diretto” è stato creato in modalità wireless dal cervello di O’Keefe, secondo la società. In seguito a una paralisi progressiva causata dalla SLA, l’anno scorso l’uomo aveva installato un’interfaccia computerizzata cerebrale chiamata “Stentrode“. L’impianto, “progettato per consentire ai pazienti di controllare in modalità wireless i dispositivi digitali attraverso il pensiero“, è stato inserito attraverso la vena giugulare per evitare di perforare il cranio.
Non è il primo record di Synchron
Prima di questo tweet l’azienda australiana ha già stabilito un primato mondiale: a luglio è diventata la prima al mondo ad aver ricevuto approvazione dalla FDA americana per i test di un impianto cerebrale permanente.
“Ora penso solo a quello che voglio fare sul computer e succede”, ha detto O’Keefe. Dice che il sistema “incredibile” richiede pratica, proprio come imparare ad andare in bicicletta. Ma una volta che ti ci abitui, diventa naturale.
La trovo una fantastica notizia. Questo tweet mostra che una tecnologia di impianto neurale ha ridato ad un uomo con una paralisi la capacità di riconnettersi con il mondo e di impegnarsi in attività autosufficienti.
Nel 2022 (in attesa di novità da Neuralink, la società di Elon Musk) l’interfaccia cervello-computer di Synchron sarà ulteriormente sviluppata in uno studio sugli esseri umani.