La NASA ha annunciato ben tre proposte per sviluppare stazioni spaziali commerciali. Questa è una buona notizia per i turisti spaziali e i ricercatori, che presto avranno più opzioni per passare del tempo in orbita: ma cosa dobbiamo aspettarci da queste nuove stazioni?
Questo è il primo tentativo di creare posti per persone che vivono e lavorano nello spazio fuori dall’egida dei governi nazionali. Molte persone pensano che sarà il settore privato alla fine a portarci su Marte e oltre. Forse è vero, considerata la (necessaria?) lentezza delle iniziative statali.
La situazione attuale
Amici futuri turisti, oggi il servizio è scarsino. Ci sono due stazioni spaziali in orbita terrestre bassa. Una è la Stazione Spaziale Internazionale e una è un modulo della stazione cinese Tiangong. La ISS è occupata dal novembre 2000 con una media di sette “ospiti” dell’equipaggio. Il primo modulo della Tiangong è stato lanciato nell’aprile 2021 ed è occupato a intermittenza da tre “ospiti”. 10 persone per volta nello spazio su 9 miliardi sono pochine, nevvero?
Come se non bastasse, la ISS sta diventando vecchia e presto andrà in pensione. È stata un simbolo importante della cooperazione internazionale dopo la guerra fredda, oltre ad essere il primo habitat spaziale a lungo termine. Dopo 30 anni di lavoro, tra un po’ sarà tempo di pensione per lei. E poi?
I piani per ulteriori stazioni spaziali private rappresentano un grande cambiamento nel modo in cui gli esseri umani utilizzeranno il cosmo. Queste strutture altereranno il modo in cui le persone vivono nello spazio o duplicheranno le abitudini dei precedenti insediamenti spaziali?
Vita (commerciale) nello spazio
In 10 anni, lungaggini e costi elevati hanno fatto sì che la NASA cambiasse prospettiva sui viaggi spaziali. La “commercializzazione” dello spazio è iniziata circa un decennio fa con lo sviluppo di servizi cargo privati per rifornire l’ISS. Ci sono il cargo spaziale Dragon di SpaceX, e veicoli privati per trasportare gli astronauti in orbita e sulla Luna, come Crew Dragon di SpaceX, Starliner di Boeing e Orion di Lockheed Martin.
Nel febbraio 2020 una decisa accelerata: la start-up Axiom Space ha ricevuto un contratto da 140 milioni di dollari dalla NASA per creare un modulo privato da collegare alla ISS. Un modulo di lusso, per turisti esigenti: gli interni, pensate, saranno progettati da un tizio chiamato Philippe Starck. Conoscete? No, non è un parente di Tony.
Starck paragona questo futuro, nuovo modulo a un nido. È confortevole e amichevole. Avrà anche un’enorme finestra, per far sì che i turisti possano ammirare la Terra da “fuori”.
Il primo modulo sarà consegnato alla ISS nel 2024 o 2025. Altri ne arriveranno ogni anno fino al 2030, quando la ISS sarà smantellata. A quel punto, i moduli Axiom diventeranno una stazione a volo libero. Una stazione privata.
È caccia ai turisti cosmici
Non solo Axiom Space, comunque. Il concorso Commercial LEO Destinations della NASA ha appena scelto altri tre gruppi per costruire stazioni spaziali a volo libero che soppiantino la ISS. In primis, un gruppo di aziende ha proposto una stazione chiamata Starlab, una soluzione “multipurpose” per fare tutto: ricerca, produzione e turismo. Orbital Reef è un progetto quasi identico, da un altro pool di aziende. Un terzo progetto utilizzerà moduli del veicolo cargo Cygnus della Northrop Grumman.
Ma come saranno?
Non è chiaro se le stazioni spaziali private saranno migliori del “vecchio tipo”. Le stazioni nate ieri sono state progettate per soddisfare le esigenze ingegneristiche più che quelle di comfort per un equipaggio che comprenda anche turisti. Come saranno adesso?
La scienza cerca di capire come si sentono gli ospiti sulle stazioni spaziali. Ha provato a capirlo con approcci di scienze sociali, con analisi tecniche e ovviamente chiedendo agli interessati, gli astronauti. Queste valutazioni hanno fatto sorgere nuove idee di progettazione: molte di queste sono proprio legate alla modifica degli spazi vitali.
Andranno personalizzati, ovviamente, in base alla funzione. I laboratori dovranno essere fatti in un modo, gli spazi per turisti in un altro modo: la vivibilità diventerà un fattore cruciale.
Quali saranno le sfide maggiori per i turisti?
La prima è quella di sempre: manca la gravità. Non è facile, finchè non si risolve questo aspetto: attualmente corrimano, nastri in velcro, corde elastiche e sacchetti di plastica sigillati tengono le cose al loro posto quando tutto il resto galleggia. Come saranno le loro versioni “extralusso”?
Non bastano certo le grandi finestre. Progettisti e ingegneri hanno ancora molta strada da fare prima che le stazioni spaziali siano efficienti, comode e accoglienti per i turisti. Solo con nuove ricerche (e qualche sonoro, inevitabile fallimento) capiremo come muovere i primi passi in questa nuova missione: iniziare ad abitare lo spazio.