Oggi, molte aziende non tornano al lavoro in presenza a causa della pandemia. Molte aziende non sanno come sarà il loro posto di lavoro in futuro, e questo ha portato a un sacco di spazi inutilizzati per gli uffici di tutto il mondo.
Secondo JLL, un’azienda che aiuta il settore immobiliare, gli affitti sono ancora ad un livello bassissimo: incertezza e recessione non favoriscono i contratti di locazione. C’è una lieve ripresa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma siamo lontani dai livelli pre-pandemia. Se è una risalita, dice la JLL nelle sue previsioni uscite a novembre, è la più lieve che ci sia.
I big ci mostrano che i tempi sono cambiati
Avevano pianificato di riprendere a pieno ritmo entro metà del 2021, e invece le grandi aziende hanno fatto i conti con la realtà. Apple ha fatto slittare (per ora) il rientro a febbraio 2022. Non è il primo rinvio, e non è la prima azienda che rinvia, ma c’è chi va oltre.
Ad agosto REI co-op, storica azienda americana (nata nel 1938) nel settore dell’abbigliamento sportivo, 3 miliardi di dollari di vendite nel 2020, ha annunciato l’intenzione di vendere una nuova sede appena acquistata e ancora non utilizzata, e di volere un approccio più decentralizzato. Non è la sola: altre aziende che hanno sempre scoraggiato i dipendenti a lavorare da casa stanno cambiando del tutto paradigma. Cosa succede ora?
Che faccia ha una forza lavoro agile?
In un ambiente di lavoro ibrido in cui alcuni lavoratori sono negli uffici mentre altri lavorano da remoto, lo spazio di lavoro fisico è semplicemente meno necessario e i contratti di locazione spesso non vengono rinnovati.
A livello globale, i numeri mostrano che le aziende stanno iniziando a capire che aspetto ha una forza lavoro agile, e come possono funzionare gli uffici ibridi. I dati (anonimi, dicono) sull’occupazione dei sensori anonimi sul posto di lavoro di una società chiamata Freespace dicono che negli USA l’uso degli spazi di collaborazione è aumentato, dal 10% di settembre al 13% di ottobre, evidenziando anche un lieve trend verso gli spazi di lavoro condiviso. Vediamo se si consoliderà.
Sempre Freespace ci fa sapere che l’uso delle sale riunioni è ora al suo tasso più alto dal 2019. Questo dimostra che quando le persone entrano in ufficio è sempre più per riunioni faccia a faccia. Se devono lavorare da sole, tanto meglio a casa.
Altro elemento: più aziende stanno subaffittando i loro uffici man mano che la forza lavoro diventa più agile, secondo un rapporto di Cushman & Wakefield. Ancora un segnale che la quantità di spazi vuoti negli uffici è molto, molto significativa.
Come evolveranno gli uffici?
Una premessa doverosa (che vale anche per i commentatori frettolosi dei social, che leggono il titolo ma non il post e partono in quarta con le sentenze tipo “ci sono dei lavori che non possono svolgersi da remoto!” Ma no… sul serio?). Il posto di lavoro non è morto, è solo stato ripensato. OVVIAMENTE alcuni lavori non possono essere svolti da remoto, così come ad altri lavoratori mancano i vantaggi e le esperienze del lavoro in presenza. Ancora: un dipendente può gestire più facilmente il “lavoro operativo” da remoto. Ma (ad esempio) una strategia di marketing richiede la collaborazione, che è più adatta alle riunioni di persona.
Per questo, a conti fatti, quando la pandemia finirà, quasi il 70% dei dipendenti lavorerà principalmente in un sito fisico. Quale? Scegliete: un ufficio, una filiale (magari più piccola o più decentrata?), un negozio, un magazzino, uno stabilimento. Non lo dico io: lo dice il Future Enterprise Resiliency & Spending Survey, un monitoraggio della IDC condotto a luglio.
Uffici del futuro per un mondo ibrido: vediamo come si comporta Google
Alcune aziende hanno un ambiente di lavoro ibrido. Hanno persone che lavorano da casa e persone che vanno in ufficio. Quando i lavoratori si sentono più a loro agio lavorando da casa, hanno bisogno di meno spazio negli uffici. Per questo diverse aziende si stanno spostando verso spazi più piccoli o spazi flessibili per gestire più dipendenti. Vediamo l’esempio di una Big che in fatto di spazi lavorativi negli scorsi anni ha dettato legge. Come si comporta Google?
Uffici ‘fluidi’
Google sta facendo dei cambiamenti nel modo in cui sono organizzati i loro uffici in alcune sedi pilota tra San Francisco, New York, Londra e Dublino. Inizia in piccolo per vedere come va: cambia alcune disposizioni degli uffici per vedere cosa funziona meglio.
Ad esempio sta creando delle stanze chiamate “Team Pods“. Hanno tutti gli elementi di uno spazio ufficio tradizionale, ma possono essere facilmente modificati con mobili e disposizioni divisorie per supportare il lavoro concentrato, la collaborazione o entrambi.
Altra soluzione: delle stanze “Accampamento”, “Campfire”. Come suggerisce il nome, consentono a più persone di sedersi in semicerchio e condividere più display.
Dove le condizioni meteorologiche e locali lo consentono, Google testa anche nuovi spazi esterni di lavoro, come quello chiamato “Camp Charleston” a Mountain View, in California. Date un’occhiata alla foto qui.
Uffici di fascia alta
Un altro riflesso di questa trasformazione sarà che, vista la “fuga” di inquilini negli uffici, i proprietari cercheranno di attrarli migliorando la qualità degli spazi e dei servizi. Imposteranno i loro edifici in modo che siano il più attraenti possibile, anche per assicurarsi inquilini economicamente stabili. Una tendenza al ‘salto di qualità’.
Anche i datori di lavoro sanno bene che i dipendenti si preoccupano di più adesso del proprio benessere: sanno che le persone se ne vanno per questo motivo. E danno più flessibilità e spazi migliori per mantenere il personale che hanno e attrarre nuove persone. Questa tendenza proseguirà.
Ci saranno uffici nei quali sarà offerto come plus ai dipendenti un servizio di conciergerie, o di portineria. La flessibilità ci mostrerà anche in tempi post-pandemici che un professionista inizia una riunione in presenza e la termina al cellulare, perchè nel frattempo è corso a prendere suo figlio a scuola.
La salute prima di tutto
Un altro trend? Ovviamente quello della salute negli spazi di lavoro. La salute e il senso di sicurezza influenzano direttamente la produttività. Uno studio di Harvard pubblicato a settembre mostra che un efficiente sistema di ventilazione migliora le capacità cognitive dei lavoratori. Non si tratta di certificazioni verdi: si tratta di dipendenti che si ammalano meno spesso e hanno le idee più chiare mentre lavorano.
Fattori come la qualità dell’aria interna, uffici con pochi punti di contatto (porte automatiche, dispenser ecc.), pulizia e spazi ariosi saranno importantissimi. So di non esagerare dicendo che questi (una volta) “dettagli” faranno la differenza tra aziende che prosperano e altre che falliscono.
In sintesi
Gli uffici nel mondo del prossimo futuro cambieranno, e cambierà la loro logica di utilizzo. Saranno se possibile meno cupi, più ampi e versatili, e si spera popolati di persone più sane. A queste condizioni, forse lavorare (in presenza come a distanza) sarà più piacevole di prima.