Durante una cena con altri imprenditori e investitori di tecnologia alimentare a fine 2018, l’imprenditore e investitore David Friedberg parlò con gli scienziati di un recente studio che aveva letto. Secondo la ricerca (e ci volevano gli scienziati, penso tra me e me) la maggior parte delle bevande è composta principalmente da acqua, con solo l’1% che contribuisce a caratterizzarne il sapore.
Non ci volle molto perché qualcuno si chiedesse ad alta voce se fosse possibile costruire una macchina che potesse mescolare quasi tutte le bevande. “Perché non creare una specie di replicatore di Star Trek e lasciare che le persone ‘stampino’ qualsiasi bevanda vogliano, quando vogliono, direttamente a casa loro?”
È nato così il concept per Cana (un evidente riferimento biblico, n’est pas?) una “stampante molecolare per bevande” appena uscita dopo quattro anni di incubazione.
Cana, un Netflix per bevande
Il dispositivo, che uno degli investitori descrive come un “Netflix per le bevande”, contiene solo una singola cartuccia che ospita centinaia di composti di sapore, secondo la società.
Secondo Friedberg, Cana può produrre quasi ogni tipo di bevanda: “Possiamo stampare un numero infinito di bevande da pochi composti aromatici principali. Sappiamo di poterlo fare in molte categorie di bevande esistenti: succhi di frutta, bibite gassate, hard seltzer, cocktail, vino, tè, caffè e birra. I test di gradimento dei consumatori hanno valutato le nostre bevande stampate come identiche o migliori rispetto alle alternative disponibili in commercio. Il nostro hardware può stampare le bevande in modo rapido e preciso, e farà risparmiare tempo e denaro.”
Produzione decentralizzata, non solo bevande
Nelle dimensioni di un tostapane, Cana impiega quello che l’azienda chiama un “nuovo metodo microfluidico di erogazione dei liquidi”. Il che, qualunque sia il senso della frase, si traduce in una sola cosa: produzione decentralizzata.
Realizzare una stampante molecolare (sto davvero usando questa parola?) significa, di fatto, inventare un nuovo tipo di filiera. La produzione di cose che nascevano in fabbriche dislocate ovunque potrebbe partire direttamente dal punto di consumo: la casa di ciascuno.
Inutile dire che il 99% del materiale sarebbe di provenienza più che locale: acqua di rubinetto. Meglio questo o tutta la catena di produzione e logistica, imballaggi compresi? Meno energia per produrre, meno emissioni.
Cana è un’avanguardia, che vi piaccia o no
L’intelligenza nel sistema alimentare si sta muovendo verso un grande salto. Il paragone con Netflix non è azzardato: come per altri prodotti che avevano molti, molti supporti, anche gli alimenti possono in parte “smaterializzarsi”, scomporsi, e nascere in modi più rapidi ed economici. Che siano robot in grado di realizzare insalate assemblando ingredienti freschi, o una tecnologia che permetta di coltivare cibo o stampare bevande, questa è una tendenza che vedremo crescere.
Friedberg e il team di Cana hanno promosso la loro macchina in modo intelligente, come un metodo per fare bevande senza dover gettare un centinaio di contenitori ogni mese nella spazzatura o nel bidone del riciclo.
Dalla fantascienza alla realtà: entro fine febbraio l’azienda presenterà i prezzi del dispositivo e il primo modello. Cana promette che la sua macchina e i suoi aromi costeranno meno delle bevande confezionate.