C’è un’area di circa 25 ettari nel cuore nel cuore della Silicon Valley. E sta per ospitare una delle prime città di proprietà privata del mondo.
Immaginatela come una grande bolla che avrà tutto ciò che serve, da cose semplici come l’alloggio a cose più complesse come farmacie e cinema. Entro un paio d’anni i dipendenti di Facebook potrebbero mangiare, dormire e lavorare senza mai lasciare Willow Village, questo il nome della piccola città.
Zuckerberg non è solo in questa impresa, che sembra un vero e proprio trend (ne ho accennato qui qualche tempo fa). Apple che ha appena finito di costruire il proprio parco, e Google ha avviato la costruzione di ben 10.000 unità abitative. Il concetto di città potrebbe cambiare, la differenza tra area privata e area pubblica si fa più confusa.
Le ragioni alla base del fenomeno della “città privata”
L’avvento delle Big Tech nel settore dell’edilizia residenziale può avere, come detto, conseguenze imprevedibili sul piano amministrativo e legale, ma ha cause molto più immediate.
Tutto nasce da un contesto portante ancorché unico: il settore informatico nella Silicon Valley. Lo stipendio medio di un informatico appena uscito dal college è di circa 55.000 dollari (è maggiore del 55% della popolazione). Con qualche anno di lavoro e di esperienza in una qualsiasi azienda privata di rilievo nell’area, lo stipendio medio salirà a circa 105.000 dollari (è maggiore che del 90% della popolazione).
E qui nasce il “casus belli”. La compresenza in poco spazio della maggior parte delle più grandi aziende tecnologiche fa sì che la Silicon Valley sia un terrreno di conquista. I talenti migliori sono contesi, e hanno la possibilità di cambiare lavoro piuttosto facilmente (l’impiegato medio in Tesla dura circa 2 anni, per fare un esempio). Per questo le aziende tecnologiche fanno di tutto per rendere i dipendenti il più felici possibile: offrono cibo gratuito, abbonamenti in palestra privata, vacanze, bonus in azioni e così via.
Primi vagiti di tecno-governi
Questa mancanza di fedeltà nei confronti di un’azienda tecnologica è particolarmente preoccupante per Facebook: l’azienda di Menlo Park ha un tasso di accettazione del lavoro di appena il 50%. Da qui nasce l’esigenza di essere sempre più presenti e importanti nella vita privata dei dipendenti.
Costruire una città privata, però, è una piccola conseguenza di questo stato di cose che può diventare una grande causa. Concentrandosi in un’area relativamente ristretta, le Big Tech hanno prodotto un aumento enorme dei prezzi immobiliari nell’intera area e in quelle vicine, come San Francisco.
Il prossimo passo per queste aziende è offrire una “città privata” ai dipendenti. I servizi vengono offerti di conseguenza. Per la moneta si stanno attrezzando.