Nove anni prima del coronavirus (tutti lo ricorderete) uscì un film chiamato Contagion che rappresentava situazioni quasi simili. Più in là, nel 1997, un episodio dei Simpson chiamato “La città di New York contro Homer” presentava una trama che in qualche modo anticipava la tragedia dell’11 settembre.
Sono solo due esempi: molti altri incidenti immaginari in libri, film e programmi TV sembrano quasi prevedere ciò che succede poi nella vita reale, e molti di questi comprendono scienza e tecnologia. Qualcuno ne ha tirato fuori perfino una teoria un po’ complottarda, detta della “programmazione predittiva”.
La programmazione predittiva
La teoria, ideata da alcuni teorici della cospirazione, afferma, in sostanza, che i governi o gruppi di élite usino film o libri di fantasia come strumento di controllo mentale di massa. A quale scopo? Quello di far accettare più facilmente alla massa degli eventi futuri già pianificati.
Quanto è plausibile questa teoria? I media che consumiamo ci “preparano” a tollerare con calma qualsiasi cambiamento?
Iniziamo col dire che quella della programmazione predittiva non è una teoria scientifica, neanche lontanamente. È un complesso di idee sviluppate da gruppi di persone convinte, tra le altre cose, che il mondo sia gestito da un governo totalitario di “uomini lucertola”.
Al fine di prevedere resistenze o reazioni improvvise (e ostili) da parte del pubblico, chi governa aggiunge sottili riferimenti ad eventi futuri nei media mainstream. In questo modo, quando l’evento accade il pubblico è già preparato mentalmente.
I media ci condizionano psicologicamente?
Questa nozione è stata descritta e proposta per la prima volta dal teorico della cospirazione Alan Watt, recentemente scomparso. Watt ha definito la programmazione predittiva come “una sottile forma di condizionamento psicologico fornita dai media per informare il pubblico dei cambiamenti sociali pianificati che devono essere implementati dai nostri leader”.
I sostenitori di questa teoria sostengono che anche i governi utilizzino questa tecnica. Non lo trovate illogico? I governi avrebbero una soluzione ad un problema, ma non la adottano subito. La adottano solo dopo aver condizionato le persone, danneggiando la loro capacità di pensare con la propria testa.
Ok. Forse vi state chiedendo perchè trovate questa roba su Futuroprossimo. In realtà qui le domande le faccio io, per cui vi chiedo:
Perché alcune persone ci credono ancora?
Psicologi e ricercatori considerano gli episodi di programmazione predittiva come coincidenze o scenari probabili basati su ricerche reali. Non è difficile immaginare diverse cose, da un virus killer ad un aereo kamikaze: i teorici della cospirazione sostengono che l’opera di fantasia sia in realtà una “profezia”. Un fenomeno chiamato “bias del senno di poi” potrebbe spiegare tutto: è la propensione a percepire gli eventi come più prevedibili di quanto lo siano realmente, ed è un tipico meccanismo psicologico.
Un’altra causa che può aver prodotto la teoria della programmazione predittiva può derivare da un’altra propensione, quella detta bias di inquadratura. Molte persone arrivano a credere nelle teorie del complotto ascoltando, leggendo o guardando influencer o personalità dei media di cui si fidano perché sembrano familiari, non perchè vengono dimostrate come vere. Se quelle stesse idee fossero presentate in un modo diverso o da qualcuno di cui non si fidano, giungerebbero a conclusioni del tutto diverse.
Un’altra causa ancora? La versione emotiva della pareidolia, la propensione a vedere degli schemi all’interno di informazioni casuali. Un po’ come quando si vede il viso di Gesù su un toast, o una nuvola sembra un coniglietto.
Programmazione predittiva: forse, semplicemente la vita imita l’Arte.
Martin Cooper, il progettista del primo cellulare al mondo (il Motorola DynTAC 8000x), dice di essersi ispirato ai dispositivi di comunicazione wireless tascabili visti nella serie Star Trek del 1966.
Oggi, molte aziende (comprese Apple e Microsoft) invitano persone che scrivono di fantascienza per parlare di ciò che sta accadendo nella tecnologia. Questa relazione è spesso definita design fiction e parlarne ha lo scopo di ispirare ingegneri e creativi a elaborare idee di prodotto nuove e rivoluzionarie.
Cory Doctorow, autore del romanzo di fantascienza Little Brother, tiene conferenze sulla design fiction. “Mi piace molto la narrativa di design o la prototipazione. Le aziende commissionano storie su persone che usano una tecnologia per decidere se vale la pena realizzarla. È come un architetto che crea il render di un edificio per mostrarlo in anticipo”. Anche questa è una programmazione predittiva, in fondo. In senso buono.
Esempi popolari di programmazione predittiva
Forse il più antico esempio di programmazione predittiva si trova nel romanzo di Morgan Robertson, “Il naufragio del Titan“, anno 1898. Racconta la storia di una gloriosa nave chiamata Titan che si crede sia inaffondabile ma durante un viaggio in aprile nell’Oceano Atlantico settentrionale, urta un iceberg e affonda insieme ai 2.500 passeggeri a bordo. Vi ricorda qualcosa?
14 anni dopo il romanzo, il Titanic incontrò lo stesso destino del Titan. Il 15 aprile 1912, il Titanic affondò nel Nord Atlantico con 1500 passeggeri dopo lo scontro con un iceberg. Il mese, la posizione, le condizioni in cui le navi si sono schiantate, perfino le dimensioni e la velocità del Titan e del Titanic sono simili. Programmazione predittiva ante litteram? No. Un gran numero di navi è stato affondato dagli iceberg: non sorprende che entrambi lo usino come soggetto di un romanzo, e che accada nella vita reale.
Negli anni ’60 il cartone The Jetsons (un po’ la versione futuristica dei Flintstones) ha predetto con successo varie tecnologie moderne. TV a schermo piatto, videochiamate, smartwatch, aspirapolvere robotici, droni, cibo stampato in 3D. Generazione Proteus (anche noto come Demon Seed), un film di fantascienza del 1977, descrive la smart home: serrature elettroniche, luci e sistemi di allarme controllati dall’intelligenza artificiale. Le auto a guida autonoma? Viste già 30 anni fa in “Atto di forza” (Total Recall), celebre film Arnold Schwarzenegger e Sharon Stone.
Quando la programmazione predittiva è tutta gialla
Sui Simpson potremmo aprire un capitolo a parte. Un cartone animato che, a vederlo, sembrerebbe tutto basato sulla programmazione predittiva. Nella puntata “Bart al Futuro” (Bart to the Future) nel 2000 hanno ‘predetto’ la presidenza di Trump?
Senza dubbio alcuni esempi di programmazione predittiva suonano intriganti. Forse questo è il vero motivo per cui sono molto popolari tra i cospirazionisti, e in fondo affascinano anche gli altri.