“Conosci te stesso” diceva il celebre filosofo. Se fosse possibile, non servirebbe lo psicologo, né tanti bravi professionisti nel campo di psicanalisi e psicoterapia. La tecnologia VR può cambiare questo stato di cose?
In altri termini: può la Realtà Virtuale permetterci di avere un’altra prospettiva di noi stessi per migliorare la salute mentale? Diversi gruppi di studio provano (da anni) a rispondere a questa domanda.
Sii lo psicologo di te stesso (in VR)
Nel 2015 Sofia Adelaide Osimo, Rodrigo Pizarro, Bernhard Spanlag e Mel Slater hanno pubblicato un articolo su un’applicazione VR nella quale ci si siede di fronte al dottor Sigmund Freud. Non in uno spazio rarefatto, ma in un corpo vero e proprio: qualcosa che può creare maggiore identificazione. L’effetto, chiamato “incarnazione virtuale”, è molto interessante e ha diverse applicazioni pratiche. Può essere sfruttato per ridurre il pregiudizio razziale implicito, fare in modo che gli autori di violenze domestiche capiscano la paura che incutono nelle vittime e altro ancora. In altre parole, aiutarci a metterci nei panni degli altri.
Buonasera, dottor Freud
Nell’app raccontata nel 2015 il dottor Sigmund Freud chiede all’utente di parlargli di un problema. Alla fine della risposta, la scena si fa buia, e dopo un po’ di attesa tutto ritorna com’era, con una sola differenza: ora l’utente è nel “corpo” di Freud. Di fronte a lui vede sé stesso mentre ripete la risposta che aveva dato poco prima.
L’utente, in altri termini, diventa lo psicologo, e si ascolta.
Quando ci paragoniamo ad altre persone, è facile criticarci per gli errori e dimenticare tutti i nostri successi, confondere la “facciata” che gli altri ci mostrano come la loro vera vita. E poi conosciamo i nostri segreti: parlando con noi stessi, non dobbiamo essere educati o sottostare alle convenzioni. Forse concentrandoci sui nostri problemi come se fossimo altri, guardandoci dall’esterno, potremmo essere più comprensivi.
Nel loro articolo, gli autori concludono:
“ …questo cambio di prospettiva può portare a un sufficiente distacco dai modi abituali di pensare ai problemi personali, e dimostra il potere della proprietà del corpo virtuale di influenzare i cambiamenti cognitivi”. È vero?
Cambiare sé stessi attraverso la Realtà Virtuale
Ci sono molti altri studi in cui la tecnologia VR può essere utilizzata per “cambiare il sé”. In un articolo pubblicato di recente su Frontiers of Virtual Reality, un team di ricerca identifica questo tipo di relazioni utente-ambiente come soggettività-oggettività-inversioni. In uno studio di ormai 7 anni fa le partecipanti sono state addestrate a dare una risposta compassionevole a un bambino in VR mentre erano incarnate nel corpo di un adulto. Dopo aver fornito la risposta, i partecipanti si sono poi “incarnate” nel bambino, e hanno sperimentato come un bambino le rassicurazioni che loro stesse si erano date. In un altro studio Bourdin et al. (2017) i ricercatori hanno creato esperienze fuori dal corpo in VR facendo in modo che i partecipanti potessero vedere i loro corpi virtuali dall’esterno, per ridurre la loro paura della morte. Ciascuno di questi studi ha mostrato grandi potenzialità per questa tecnologia.
Auto psicologo: opportunità future per la salute mentale
Non è facile cambiare l’immagine che abbiamo di noi stessi, ma non è neanche impossibile. Ho motivo di sperare che la realtà virtuale immersiva (dalla realizzazione di questi studi ad oggi sono passati anni, e la tecnologia si è fatta molto più precisa) potrà aiutare a fornire terapie psicologiche in futuro.
Tra qualche anno, oltre a potersi recare in presenza da uno psicologo, si potrà indossare un visore e trovare un professionista pronto ad ascoltarci e a farci sperimentare cambiamenti di prospettiva. O addirittura agenti di intelligenza artificiale pronti a fare in parte il lavoro di un terapeuta.
Il mondo virtuale può farci riflettere sui nostri valori, può farci assumere nuove forme e nuove soggettività, esplorare modi di essere. Dalla ricerca sulla realtà virtuale potranno venire buone novità anche per la nostra salute mentale.