Con l’arrivo del nuovo anno, Jim Green dice addio alla NASA. Va in pensione dopo 40 anni, di cui 12 come direttore della divisione di scienze planetarie e 3 (gli ultimi) come capo scienziato.
E come una vera e propria star, esce con i riflettori addosso, sparando un missile niente male. Il New York Times riferisce infatti dei “piani” di Green per terraformare Marte e renderlo un pianeta abitabile per gli umani.
Terraformare Marte? “È fattibile”
L’idea di Green non è un mistero: ne ha pubblicato i primi stralci già lo scorso novembre. Si basa, in sostanza sul riscaldamento e l’ispessimento dell’atmosfera di Marte uno scudo magnetico gigante tra il Pianeta Rosso e il Sole. Mi sembra una roba di fantascienza, ma non ho abbastanza competenze per confutarla.
Ad ogni modo, il sistema per terraformare il pianeta rosso porterebbe i livelli di temperatura e pressione al di sopra del punto in cui gli esseri umani potrebbero camminare sulla superficie senza tute spaziali. E soprattutto senza vedersi bollire il sangue in corpo.
“È fattibile”, ha detto Green al Times. “Il pianeta si presta in ogni modo. Quando la pressione sale, la temperatura sale”. Serve ribadire che questa è una posizione piuttosto fortina per un alto funzionario della NASA?
Possibilità e ostacoli
Green dice che il suo piano per terraformare Marte potrebbe consentire agli umani di iniziare a coltivare piante su Marte e di avere la possibilità di una vita a lungo termine lontano dalla Terra. Ha il pallino della ricerca della vita su altri pianeti, e ne ha dato prova più volte.
Non sarà facile convincere gli altri terrestri, tuttavia: e d’altra parte non tutti sono così flessibili nei confronti di idee su come terraformare (leggete pure:“manipolare”) interi pianeti. I dubbi, peraltro, non sono nati ieri e sono legittimi. Nel 2018 Lucianne Walkowicz, astronomo dell’Adler Planetarium, ha sostenuto che potremmo trasformare la superficie di Marte in un incubo ecologico, data la nostra comprovata capacità di fare guai anche sulla Terra.
A dirla tutta Walkowicz non era nemmeno convinto che terraformare Marte fosse fisicamente possibile. “Nonostante la presa di terraformazione sull’immaginazione popolare, rimane saldamente nel regno della finzione. A Marte sembrano mancare perfino le minime riserve necessarie di anidride carbonica per pompare la sua atmosfera e riscaldarla”.