Un robot telecomandato della Tokyo Electric Power Company (TEPCO), ha raccolto queste immagini inquietanti la scorsa settimana, come riporta l’Associated Press. Gli apparenti mucchi di combustibile nucleare fuso sono stati scoperti nel reattore 1, uno dei tre reattori di Fukushima fusi in seguito al terremoto e allo tsunami del 2011.
Il fatto che questi grumi siano combustibile nucleare fuso è praticamente certo, ma saranno necessari ulteriori studi per circoscriverne l’estensione e per confemare la loro esatta posizione.
Quanto combustibile nucleare fuso c’è laggiù?
La fusione dei tre nuclei del reattore è avvenuta in seguito a un enorme terremoto e tsunami, l’ultimo dei quali ha danneggiato i sistemi di raffreddamento della centrale nucleare. AP riferisce che 900 tonnellate di combustibile nucleare fuso sarebbero rimaste nei reattori danneggiati: di queste, oltre 280 tonnellate nel reattore 1.
Non sarà semplice sbarazzarsi di questa spazzatura. TEPCO mira a rimuoverla tutta entro il 2060, ma l’assenza di una strategia chiara e di un piano solido per la rimozione di carburante nucleare e altre scorie ha già fatto slittare questa previsione, e la rende nel migliore dei casi una promessa vuota. Resta inoltre la questione di cosa fare con le enormi quantità di acqua radioattiva che impedisce ai nuclei danneggiati di fondere ulteriormente: il Giappone le sta scaricando nell’oceano nonostante le proteste.
Capire il disastro (per impedirne di nuovi)
Prima che TEPCO possa occuparsi della rimozione del combustibile nucleare fuso, tuttavia, deve sapere dove si trovano le sostanze tossiche all’interno dell’impianto. Anche questo è un processo che richiederà anni.
Nel 2017 un primo robot esplorativo è stato inviato nel reattore 2, ma è rimasto bloccato nella struttura danneggiata e alla fine ha ceduto per le intense radiazioni all’interno. Un altro robot, sempre nel 2017, ha trasmesso immagini di sospetto combustibile nucleare fuso dal reattore 3. Nel 2019, un altro robot ha raccolto diversi granelli di detriti radioattivi all’interno del reattore 2, dimostrando che è possibile spostare a distanza del combustibile fuso. Martedì scorso, infine, l’ennesimo robot teleguidato ha raccolto le immagini del reattore 1.
Il robot della TEPCO si è avventurato all’interno di luoghi invisibili per oltre un decennio, al solo scopo di tracciare un percorso per future sonde. Oltre al combustibile nucleare, il robot è riuscito a “vedere” altre strutture sommerse, tubi e detriti vari. Tra le cose osservate, riferisce AP, la profondità dell’acqua di raffreddamento nel reattore 1: in alcuni punti sarebbe di circa 2 metri (6,5 piedi).à
Quali sono i prossimi passi?
A lungo termine, TEPCO crede che i dati della sonda saranno usati per calcolare la quantità di combustibile fuso nei cumuli. Si potranno poi creare mappe 3D dell’interno, si potrà analizzare gli isotopi e raccogliere campioni di combustibile nucleare. Queste informazioni aiuteranno le future operazioni di pulizia finchè l’impianto non sarà finalmente smantellato, forse tra 50 anni, forse poco meno. Molti altri robot sono attesi nei prossimi mesi, qualcuno proverà anche a spostare i primi detriti per testare questa possibilità.
Dopo i primi studi che nel 2017 parlavano di quantità tutto sommato piccole di radiazioni prodotte, lo spettacolo dell’orrore che è il disastro nucleare di Fukushima continua, con l’interessamento delle aree circostanti e dell’oceano.
Questa forma di energia è sicuramente molto più pulita di quelle fossili. Con le nuove generazioni di impianti, poi, la cosa dovrebbe migliorare ulteriormente, ma senza un’adeguata pianificazione e protezione il potenziale di disastro è enorme.