Una ricerca sperimentale, un’immunoterapia testata su due pazienti nel 2010, ha portato a risultati più che interessanti.
Il mondo della ricerca contro il cancro del sangue ha bisogno di buone notizie e di risultati positivi. Le informazioni arrivate ultimamente, sembrano andare a favore dei medici e dei loro studi.
Dieci anni di salute
Nel 2010, due pazienti affetti da cancro del sangue hanno ricevuto un trattamento sperimentale. Fortunatamente, dopo questa immunoterapia il loro cancro è andato in remissione. Oggi, più di dieci anni dopo la sessione di immunoterapia, le cellule immunitarie che difendono il corpo dal cancro sono ancora presenti nell’organismo. Ciò significa, che il trattamento ha effettivamente un effetto a “lunga durata”, e che è funzionale.
Uno dei due pazienti, il californiano Doug Olsen, ha raccontato in un’intervista le sensazioni provate all’inizio della sperimentazione.
Dal punto di vista del paziente, quando ti viene detto che sei praticamente a corto di opzioni, l’importante è sempre mantenere la speranza. E certamente, speravo che funzionasse.
Come dimostrato più volte, la speranza e la fiducia possono davvero fare la differenza.
L’immunoterapia che ha salvato due pazienti
I due pazienti sono stati sottoposti ad un trattamento noto come terapia cellulare CAR-T.
In parole semplici, la terapia sfrutta le cellule immunitarie geneticamente modificate dei pazienti per rintracciare e uccidere le cellule cancerose.
Le “cellule combattenti”, prendono il nome di cellule CAR-T, ed ora sappiamo con certezza che riescono a curare i pazienti affetti da leucemia. L’immunologo e coautore dello studio Carl June dell’Università della Pennsylvania, lo ha confermato proprio recentemente.
Entrambi i partecipanti hanno risposto bene al trattamento iniziale, ma i medici non erano sicuri del tempo di resistenza delle cellule immunitarie.
Siccome i due pazienti sono rimasti liberi dal cancro per più di un decennio, la terapia testata può considerarsi “ottimale”.
Purtroppo, l’immunoterapia non funziona per tutti. Alcune persone non rispondono al trattamento, ed altri possono sviluppare pericolosi effetti collaterali.
Il compito dei ricercatori moderni, è quello di capire il meccanismo alla base del funzionamento delle cellule, così da capire quando intervenire e quando testare una nuova soluzione.