Seawind Ocean Technology, con sede ad Amsterdam, ha siglato un accordo con Petrofac, una società mondiale con sede a Londra che progetta, costruisce e gestisce centrali elettriche. L’obiettivo? Implementare turbine eoliche a due pale, adatte a sfidare ogni condizione del mare.
La particolarità delle turbine eoliche galleggianti a due pale di Seawind sarà la loro integrazione con una speciale struttura in cemento armato galleggiante. Una struttura che le renderà adatte all’installazione in tutte le località possibili e immaginabili, comprese quelle soggette a cicloni e mari molto mossi o profondi.
Più versatile, più resistente
Secondo il produttore, la tecnologia bipala implementata nella turbina eolica “anti cicloni” Seawind 6-126 (questo il suo nome) migliorerà l’efficienza della produzione di energia e la stabilità del rotore.
Abbiamo sviluppato una nuova tecnologia brevettata di turbina eolica bilanciata a due pale che ha diversi vantaggi per le applicazioni offshore. L’intero sistema viene costruito in un porto utilizzando gru di terra, senza che siano necessarie navi per l’installazione in mare aperto.
Vincent Dewulf, CEO di Seawind Ocean Technology
Come fa a resistere ai cicloni?
La turbina Seawind 6-126 ha una cerniera oscillante che disaccoppia l’albero dal rotore, ed è in grado di proteggere la turbina dai carichi pesanti. Inoltre, secondo l’azienda, la sua turbina ha un controllo attivo dell’imbardata che permette di raggiungere velocità più elevate.
Ecco qualche specifica tecnica:
- Capacità nominale: 6,2 MW
- Diametro rotore: 126 metri
- Velocità del rotore: 20,8 giri/min alla potenza nominale
- Velocità di punta: 137 metri al secondo (m/s)
- Profondità dell’acqua: oltre 50 m
- Velocità del vento in esercizio: 3,5-25 m/s (12,5-90 km/h)
- Resistenza ai cicloni: fino a 70 m/s (250 km/h) con raffiche di 90 m/s (325 km/h)
Rotta verso il 2024
Il primo modello operativo galleggiante di turbina eolica offshore a due pale sarà progettato da Seawind e costruito da Petrofac. Guerre permettendo, vedremo la turbina impiegata nei mari europei entro il primo trimestre del 2024: dopo il Mar Mediterraneo sarà la volta di altre località del mondo.