Sono davvero ben nascosti (tra una pandemia che forse potrebbe finire, ed una guerra che forse potrebbe iniziare) ma ci sono. I motivi per coltivare l’ottimismo fanno capolino qua e là tra le notizie tecnologiche, e mostrano (se sappiamo coglierli) che il mondo sta per vivere un periodo di grande rinascita.
Fasi storiche come quelle che si preparano non sono frequenti, e non dipendono da una sola invenzione in particolare. Capitano quando una serie di cambiamenti simultanei innescano una vera e propria rivoluzione quotidiana.
Tre grossi motivi di ottimismo: quando è successo l’ultima volta
È accaduto all’inizio del XX Secolo: auto, telefono, radio, cinema, aereo, elettricità sono tecnologie nate quasi insieme. Non è la loro comparsa, però, ad aver prodotto tutto: i cambiamenti sono nati dalle condizioni che hanno prodotto la loro comparsa.
Sono, cioè, i progressi in tre campi principali: Informazione, Produzione, Materiali.
La prima triade
Non parlo solo della “trasmissione” dell’informazione, dei media (che nel XX Secolo hanno visto arrivare quasi insieme telefono, radio, tv), ma anche della “acquisizione” delle informazioni che riguardano noi e il mondo. La spettroscopia, la cristallografia a raggi X. Gli orologi di precisione. Abbiamo di colpo ottenuto dal mondo un mare di dati in più, che hanno aumentato la nostra comprensione di tutto e ci hanno fatto migliorare. Ad esempio, ci hanno fatto costruire macchine migliori. Sistemi che ci hanno fatto produrre più cose e in meno tempo. E ovviamente, anche macchine per trasportare cose e persone (automobile, aereo) o per produrre energia. Avere materiali migliori ha contribuito: l’arrivo della chimica, o del calcestruzzo ad alta resistenza.
Curiosità: per tantissimo tempo l’uomo ha usato solo una piccola parte dei 92 elementi originali della tavola periodica: per fare un’auto prima se ne usavano praticamente appena 7: legno, gomma, vetro, ferro, rame, zinco e un po’ di vanadio. Oggi per fare un’auto viene usato un terzo di tutta la tavola periodica. Per fare un computer ne servono due terzi.
1920, il punto di non ritorno
È l’anno in cui, più o meno, tutte queste diverse tecnologie hanno raggiunto una maturazione sufficiente a far letteralmente “esplodere” tutto il benessere che si è sviluppato fino al 2000. Se la parola “benessere” vi fa storcere il naso, bastano due dati: in Occidente la durata della vita media è aumentata di 30 anni, e la ricchezza media pro capite è aumentata fino al 700%
Sì, ovviamente non è stato un secolo facile. Ha visto alternarsi cose egregie ed orribili. Dal 1920 in poi c’è stato un crollo economico nel 1929, e soprattutto una guerra mondiale abominevole. Sta di fatto che tutti gli avanzamenti che conosciamo nella nostra vita dipendono da quel “trio” che si è messo insieme nel 1920.
E oggi l’ottimismo da cosa arriva? Qual è il nuovo “trio” che farà la Storia di questo Secolo?
Mark Twain diceva che la Storia non si ripete, ma fa rima. Bene, perchè sento un ritornello che mi ricorda proprio gli anni ’20 del secolo scorso.
E il nuovo “trio” somiglia parecchio a quello vecchio, sissignore. Informazione, Macchine, Materiali. Anche oggi un grande numero di tecnologie si sta coordinando per maturare quasi nello stesso momento intorno a questi tre grandi settori.
A sconvolgere la sfera dell’informazione sarà la maturazione di una cosa che consideriamo perfino datata: il microprocessore. Uno strumento che costituisce la base dell’intelligenza artificiale, grande protagonista dei prossimi anni. Ancora una volta, aumenta enormemente sia la “trasmissione” delle informazioni (compresi i contenuti informativi generati da una AI) che l’acquisizione delle informazioni (Big Data, con tutto quello che consegue).
A menare le danze nel settore delle macchine sarà la maturazione della stampante 3D come nuovo mezzo di produzione. Potrà produrre oggetti complessi in grandi quantità, partendo anche dalla polvere o da componenti molto simili a quelli naturali. La stampa 3D permetterà anche la produzione di elementi organici, come pelle o organi artificiali, e finirà per produrre anche parte del nostro cibo. A completare il quadro, nella rivoluzione di merci e persone interverranno i robot (compresi quelli antropomorfi, o i drone volanti) e i veicoli autonomi.
Parliamo dei materiali disponibili per costruire ogni cosa. Questo secolo vedrà l’affermazione di materiali sviluppati e progettati direttamente da noi, su misura, per soddisfare bisogni specifici. Il campo più promettente è quello della bioelettronica, che potrebbe surclassare la rivoluzione che nel secolo scorso fu portata dal silicio.
Bonus Track: il Cloud.
Ad amplificare l’ottimismo c’è la presenza, in questo secolo, di un protagonista in più: è il Cloud. Una nuvola che (questa è una novità assoluta nella Storia conosciuta) si evolve e si autoamplifica. Praticamente un “tessuto” che incorpora tutti gli sviluppi tecnologici e contemporaneamente li catalizza, li mette in sinergia, li migliora. Una cosa mai vista prima.
C’è un trio in ciascun trio
In una sorta di “matrioska” dell’innovazione, è facile recepire questa regola del “potere del trio” guardando all’interno di ciascuna tecnologia. Perchè, guardando più da vicino, ogni tecnologia esplode quando maturano al suo interno più fattori.
Un esempio? Il treno. La sua vera esplosione è nata solo quando tre elementi fondamentali legati a informazione (il telegrafo), macchine (il motore a vapore) e materiali (l’acciaio ad alta resistenza) sono maturati.
Un altro esempio? L’Iphone. La sua esplosione dipende da tre elementi con i quali Steve Jobs non aveva nulla a che fare. Ancora una volta informazione (il circuito integrato, anno di nascita 1959: offre sia il microprocessore che la radio), macchine (gli schermi touch e tascabili, anno di nascita 1965) e materiali (gli ioni di litio, fulcro delle batterie, anno di nascita 1970). Tecnologie che sono maturate in anni, decenni, per poi incontrarsi insieme e produrre una piccola rivoluzione nell’anno 2007
L’ottimismo viene dal fatto che questa regola si è verificata con incredibile puntualità tutte le volte.
L’ottimismo è inevitabile quando si pensa che grandi e piccoli rivoluzionari (ho citato Steve Jobs, che ha comunque il merito di aver realizzato una convergenze) vengono aiutati da questo “potere del trio” in modo ineluttabile.
Ripetiamo questa regoletta quante volte volete, il risultato sarà identico. Vi metto di seguito una rapidissima carrellata di personaggi con l’invenzione per cui sono ricordati e l’anno di nascita di un “trio” di fattori che sono risultati decisivi per la sua invenzione.
Credetemi, l’elenco potrebbe non finire più.
E quanto tempo ci vorrà per questa ‘esplosione’ positiva?
Spesso, nella storia moderna, dall’invenzione di una nuova tecnologia al suo effettivo utilizzo di massa ci sono piccoli salti di 20 o 10 anni. È la media più diffusa.
Dall’invenzione dell’automobile (come detto Karl Benz, 1886) passarono 20 anni prima che la Ford T fosse la prima auto “per tutti” (1908). Altri 20 anni perchè le auto arrivassero al 5% di diffusione, poi appena 10 anni per arrivare al 20%. Altri 20 anni ancora e tutti avrebbero avuto un’auto.
Parliamo della radio? Dalla dimostrazione di Heinrich Hertz sull’esistenza delle onde radio all’invenzione di Marconi passano circa 10 anni. Altri 20 anni per arrivare al primo servizio di diffusione (in Argentina, 1920) .
Parliamo del PC? Dal primo computer elettronico (1937) passano meno di 20 anni per arrivare al primo computer commerciale (Univac, 1951). Ci vogliono poi altri 20 anni per il primo Personal Computer.
Ci stiamo mettendo più tempo? Perchè?
Questo schema potrebbe funzionare anche per le tecnologie che oggi, ma su alcuno si riscontra qualche ritardo o qualche anticipo, dovuto alla sempre maggior imprevedibilità (e quindi alle variabili che ciascuno dei fattori porta a ciascuna invenzione).
La stampa 3D, ad esempio, ha origine nel 1984 con l’invenzione della stereolitografia. Dopo 20 anni le prime macchine valide sono entrate nei mercati industriali: altri 20 anni e avrebbero dovuto raggiungere (nel 2024) il 10% del mercato delle macchine utensili. A mio parere siamo un pizzico in ritardo sulla tabella di marcia.
Le Auto elettriche moderne? Dalle prime batterie agli ioni di litio (Tesla Roadster, 2008) al punto in cui il 5% di tutte le auto mondiali sarà a batteria potremmo centrare l’obiettivo dei 20 anni.
In linea di massima, comunque, questi schemi potrebbero aiutarci se non altro a capire più o meno quando le grandi tecnologie trasformative del nostro secolo diventeranno di massa. E soprattutto potrebbero allenare il nostro ottimismo, facendoci capire che per quasi tutte loro non è mai una questione di “se”, ma di “quando”.
Certo, anche stavolta non sarà rose e fiori
Naturalmente, a causa delle tendenze della natura umana, non sarebbe realistico assumere che il prossimo secolo sarà privo di sconvolgimenti, conflitti politici e persino (sfortunatamente) guerre.
Tuttavia, questi enormi progressi tecnologici si mostreranno alla fine in tutte e tre le metriche sociali primarie: più ricchezza pro capite, più salute e benessere, più comodità e tempo libero per godersi la vita.