Sono diverse le organizzazioni private che già trasportano turisti nello spazio o si preparano a farlo nel prossimo futuro: non si tratta di portare solo gente in giro nello spazio, però. Gli investitori stanno riversando un mare di quattrini sulle aziende di tecnologia spaziale: nel 2021 i venture capitalist hanno dato a “Big Space” ben 7,7 miliardi di euro. È più del 50 % rispetto all’anno precedente.
Tra le aziende più interessanti rilevo questa Inversion Space: è una società americana che prevede di immagazzinare container nell’orbita terrestre fino a cinque anni. Un deposito “spaziale”, in orbita, che l’azienda pensa di trasformare anche in un processo per consegne iper veloci. Come? Lanciando nello spazio i container e facendoli ricadere nei luoghi di destinazione con l’aiuto di un paracadute.
Austin Briggs e Justin Fiaschetti, i creatori di Inversion Space, scommettono sul fatto che i viaggi nello spazio diventeranno più accessibili, e le persone possano restare nello spazio per periodi di tempo più lunghi, più aziende vorranno inviare o recuperare oggetti dall’orbita.
Un mare di mini satelliti container
Al centro della visione di Inversion Space c’è un sistema di capsule spaziali con un diametro di 1,2 metri (quattro piedi, 48 pollici) in grado di trasportare carichi utili, di resistere alle sollecitazioni del rientro nell’atmosfera e di atterrare frenati da un paracadute che assicura un atterraggio morbido e (si spera) preciso.
L’azienda conta di realizzarlo entro il 2025, e le prove sono già iniziate con capsule più piccole, larghe 60 centimetri. Inversion Space le ha lanciate da un aereo che vola a circa 1000 metri (3.000 piedi) d’altezza, studiando la loro traiettoria fino alla superficie terrestre. Dal 2023, l’azienda prevede di iniziare ulteriori prove delle capsule container.
Il funzionamento dei container spaziali sarà supportato anche da energia solare, la stessa che permetterà loro di “stazionare” in orbita finchè non saranno diretti per la consegna sulla terra o su una stazione spaziale commerciale.
Scorciatoie spaziali per accelerare il movimento delle merci
Oltre allo stoccaggio, gli inventori anticipano che queste capsule potrebbero essere utilizzate per spostare oggetti cruciali come organi salvavita da un punto all’altro del pianeta in pochi minuti.
Immagino un oceano di capsule container che girano intorno al pianeta: come faranno a non creare problemi all’altro oceano di satelliti già crescente? E all’oceano di detriti spaziali? L’azienda se la cava dicendo che le sue capsule non producono inquinamento visivo e saranno provviste di sistemi per evitare impatti: chissà.
Se questa visione si avvera senza intoppi, i container spaziali potrebbero rivoluzionare i viaggi spaziali commerciali.
La rivoluzione più attesa? Quella dei costi
Il futuro del progetto, come detto, punta sul fatto che i viaggi nello spazio diventino più accessibili. Oggi i veicoli che trasportano persone o merci da o verso lo spazio costano fino a 100 milioni di euro per viaggio.
Inversion Space fa affidamento anche sulle stime di SpaceX di Elon Musk, che mira a ridurre il costo del lancio dai circa 60 milioni di euro attuali (Falcon 9) a meno di 10 milioni di euro sul prossimo razzo Starship.
Il mercato si espanderà, con la NASA che ha scelto tre aziende per costruire diverse stazioni spaziali commerciali al suo posto. Una quarta azienda, Axiom Space, ha già ottenuto un contratto per costruire moduli abitativi per l’attuale ISS.
Naturalmente, questi risultati e la partecipazione di altre nazioni faranno progredire il turismo spaziale, permettendoci di conservare le nostre cose al di fuori della Terra (depositi di container spaziali: solo a dirlo sembra fantascienza) e di fare viaggi più lunghi nel cosmo.