Funzionari del governo russo hanno dichiarato che il paese potrebbe sequestrare o nazionalizzare i beni delle società occidentali che hanno sospeso le operazioni nel Paese.
Dall’inizio del conflitto ucraino, nelle ultime due settimane sono ormai più di un centinaio le aziende americane, europee e giapponesi (in quasi tutti i segmenti industriali) ad aver sospeso le attività in Russia. Una vera e propria fuga precipitosa: hanno abbandonato joint venture, fabbriche, negozi e uffici nel timore di controsanzioni o di ritorsioni di altro genere.
Secondo quanto riferiscono le note di stampa, giovedì il presidente russo Vladimir Putin ha incaricato i funzionari del governo di prendere in considerazione una “gestione esterna” per le imprese che sono fuggite dal paese dopo l’inizio delle “operazioni militari speciali” della Russia in Ucraina.
Nazionalizzare: un rischio concreto per il “blocco industriale occidentale”?
Dobbiamo agire con decisione con quelle [aziende] che chiuderanno la loro produzione … è necessario, quindi … introdurre una gestione esterna e quindi trasferire queste imprese a coloro che vogliono lavorare.
Vladimir Putin, Presidente Russo
I provvedimenti allo studio del governo russo colpirebbero le principali aziende mondiali che per prime hanno lasciato il paese (con rischi di gravi ricadute occupazionali). In primis Apple, così come aziende come Microsoft, IBM, McDonald’s, IKEA e molte, molte altre.
Cosa comporterebbe questa decisione di nazionalizzare?
Difficile fare previsioni: riformulo, non è difficile. È che sembrano tutte nefaste. Le misure potrebbero vedere sequestrati conti e beni di tali società, oppure potrebbero vederle posti sotto gestione esterna o nazionalizzate del tutto. LCM è un termine usato nella finanza internazionale per descrivere un processo di questo tipo, che assumerebbe (di fatto) il carattere di un vero esproprio.