L’annuncio dell’acquisto di Twitter da parte di Elon Musk ha lanciato Mastodon all’attenzione dell’opinione pubblica come possibile social network alternativo, aumentando rapidamente la sua crescita con oltre 30.000 nuovi utenti in un solo giorno.
Un risultato sorprendente a dispetto di numeri che sembrano bassi, perchè Mastodon persegue lo sviluppo di una piattaforma globale decentralizzata ed “etica”, senza incentivi di profitto. Un bel colpo per chi pensa che la nostra capacità di comunicare online non dovrebbe subire i capricci di una singola società commerciale, o addirittura di un solo soggetto.
Cos’è Mastodon in poche parole
Mastodon è una piattaforma social che ospita messaggi di 500 caratteri con immagini, sondaggi, video e altro a un pubblico di follower. Si usa per comunicare e ovviamente per seguire persone interessanti.
La differenza con Twitter ed altri social? Non esiste un sito Web centrale di Mastodon: ci si iscrive ad un provider che ospiterà l’account. Un po’ come si può fare una mail con Gmail, o Virgilio, o altri servizi. Chiunque può diventare un fornitore, perchè la piattaforma è gratuita ed open source. Non ospita pubblicità, rispetta la privacy e consente a persone e comunità di auto governarsi ed autoregolarsi.
Se non ci si trova bene su un server Mastodon ci si sposta su un altro server (e si possono portare tutti i propri follower).
Perchè l’acquisto di Twitter ha fatto subito pensare a Mastodon?
La storia di questa piattaforma è emblematica. Tutto è nato nel 2016, un anno di svolta per i social network: LinkedIn era appena stato acquisito da Microsoft e proprio Twitter era in una grave crisi. Le voci sul possibile acquisto da parte di IBM, di Snapchat, di Google, si rincorrevano. Uno degli affezionati utenti di Twitter era Eugen Rochko, il creatore di Mastodon allora 23enne: preoccupato che il suo social preferito potesse “cadere in cattive mani” ha iniziato a esaminare lo spazio decentralizzato dei social media.
Mastodon è nato da quella esplorazione. Ed oggi, curiosamente, i timori di Rochko si sono avverati: un miliardario ha comprato Twitter e tutti guardano alla sua piattaforma come una possibile alternativa.
E adesso che si fa?
Il successo improvviso ed inatteso sta mettendo a dura prova le risorse del progetto, considerata la sua natura no-profit della società tedesca. I server pubblici di Mastodon (Mastodon.social e Mastodon.online) sono letteralmente presi d’assalto. Certo, ci sono già 2.400 server diversi che ospitano la piattaforma nel mondo, alcuni anche in Italia (ne parliamo a fine articolo), ma questi due server ‘principali’ possono servire come porto sicuro per chi non sa a quale altro iscriversi.
Ad ogni modo questo è comunque un “happy problem”, se verrà gestito nel modo giusto. E il team Mastodon sta lavorando per ospitare meglio questo nuovo ‘esodo’ di utenti stanchi di essere spiati e censurati ovunque. Per il prossimo futuro, la piattaforma implementerà altre forme di messaggistica end-to-end (oggi non ci sono messaggi privati tra utenti) e altre funzioni come i gruppi.
Nel frattempo potete contribuire in molti modi: finanziando il progetto, contribuendo al codice, chiedendo informazioni ai realizzatori o semplicemente iscrivendovi e partecipando.