Il futuro delle relazioni tra Cina e Taiwan sta evolvendo rapidamente dopo i recenti eventi. La guerra in Ucraina e le tensioni tra gli Stati Uniti e la Russia hanno messo a dura prova le relazioni sino-americane, e questo potrebbe avere un impatto anche su Taiwan. La situazione è tesa come non mai. Come evolverà?
Lo stato attuale delle relazioni tra Cina e Taiwan
Un po’ come certe coppie su Facebook, si direbbe che la Cina e Taiwan hanno una relazione complicata. Tecnicamente sarebbero addirittura ancora in uno stato di guerra, anche se i combattimenti sono cessati nel 1949. La Cina considera Taiwan una provincia ribelle che deve essere riportata all’ovile, mentre Taiwan si vede come un paese indipendente che si trova sullo stesso pezzo di terra della Cina. Negli ultimi anni, le due parti hanno lavorato di più insieme, ma ci sono ancora molte tensioni. Per esempio, la Cina minaccia regolarmente di invadere se Taiwan non si mette in riga e Taiwan ha risposto rafforzando il suo esercito. È un equilibrio delicato ed è difficile dire cosa succederà dopo. Ma una cosa è certa: riecheggiando una situazione non così differente da quella tra Ucraina e Russia, a tutti è venuto in mente che le cose (negli ultimi anni, invero, migliorate) tra Cina e Taiwan potrebbero davvero precipitare.
Cosa è cambiato dal 24 febbraio
I recenti eventi bellici tra Russia e Ucraina hanno avuto un profondo impatto sulle relazioni tra Cina e Taiwan. Qualche anno fa a Singapore il presidente cinese Xi Jinping ha incontrato il “collega” taiwanese Ma Ying-jeou in quello che fu salutato come un vertice rivoluzionario. Il primo in 66 anni. Da allora, le cose non si sono messe benissimo. Nel 2016 sono piovute critiche cinesi sul neo eletto presidente Taiwanese Tsai Ing-wen, “reo” di una campagna elettorale ritenuta troppo distante dai rapporti con Pechino. Nel 2017 (e da allora periodicamente) la Cina ha condotto esercitazioni con le sue portaerei nei paraggi di Taiwan. Certo, da qualche anno sono permessi voli diretti tra i due paesi e i turisti cinesi visitano in gran numero Taiwan, ma gli echi dei bombardamenti ucraini fanno sembrare queste cose un pannicello caldo.
Nella telefonata di oggi tra il capo del Pentagono Lloyd Austin e il ministro della Difesa della Repubblica Popolare Wei Fenghe, la Cina ha ribadito a Washington di astenersi dal fare pressione su Pechino attraverso le minacce. Di più, ha respinto ogni tentativo di accostare Kiev a Taiwan. Pechino la considera parte “inalienabile” del suo territorio. Da riunificare anche con l’uso della forza, se necessario. Se vi sembra troppo tesa come conversazione, considerate che subito dopo la Cina ha sorvolato con 11 caccia il territorio di Taiwan: una prova di forza inequivocabile.
E adesso?
La conversazione di oggi tra USA e Cina non ci rende più tranquilli. L’impegno di Pechino a rafforzare il “coordinamento strategico” con Mosca, quell’amicizia “senza confini” stabilita tra Vladimir Putin e Xi ai Giochi invernali cinesi, non lascia spazio a interpretazioni. Idem per l’accordo militare con le Isole Salomone, possibile precursore di una base militare cinese nell’arcipelago a nord-ovest dell’Australia.
Oriente e Occidente sembrano proprio in rotta tra loro, e si studiano come animali pronti ad aggredirsi. E Taiwan è solo una tappa: forse la prossima.