In un piccolo studio di fase 1, una nuova immunoterapia che prende di mira le cellule infettate dal virus di Epstein-Barr (EBV) è riuscita ad arrestare la progressione della sclerosi multipla (SM). Non è tutto, c’è qualcosa di ancor più sorprendente. In alcuni pazienti la terapia sarebbe riuscita ad ottenere addirittura la remissione dei sintomi, anche se questo non appare pienamente confermato nella presentazione dei più recenti risultat. Vi allego un documento in PDF, il report è stato pubblicato su IFL Science.
Caccia grossa alla sclerosi multipla
Negli scorsi mesi le tante ricerche collegate a questa malattia hanno portato ad una svolta. In diversi studi è emersa in modo ormai evidente una correlazione tra l’infezione da virus di Epstein-Barr (EBV) e il possibile sviluppo della sclerosi multipla.
La Atara Biotherapeutics ha provato a trasformare questi risultati in un approccio terapeutico, per migliorare il trattamento della malattia. Ed ha sviluppato una immunoterapia basata su Cellule T e chiamata ATA188.
Come funziona l’immunoterapia contro la sclerosi multipla?
L’idea è semplice. Quando le cellule infettate dall’EBV mostrano piccole proteine sulla superficie note come antigeni, l’immunoterapia provvede a fornire e rinforzare le cellule immunitarie che le prendono di mira e le distruggono.
In uno studio su 24 pazienti che hanno ricevuto la terapia, 20 hanno riscontrato miglioramenti o arresto dei sintomi. Ancora, non è stato segnalato alcun effetto avverso fatale né grave.
Alcune prime scansioni del cervello mostrano che la terapia potrebbe addirittura avere “rimielinizzato” le cellule nervose: e questo potrebbe indicare un’inversione del danno causato dalla sclerosi multipla nel sistema nervoso. Come detto, però, servono ulteriori conferme a questa ipotesi.
Ancora, doveroso dirlo: i risultati sono estremamente promettenti. Si tratta però di uno studio iniziale di Fase 1 con un campione abbastanza piccolo (24 pazienti) e senza placebo o gruppo di controllo. Va preso con le molle.
Certo, c’è da dire che è improbabile che questa riparazione avvenga naturalmente, per cui ci sono ottime speranze che la terapia abbia davvero effetti importanti, e ne sapremo di più nelle prossime fasi di studio.