Non è un segreto che il mondo stia attraversando un pessimo momento. Le tensioni sono alte, e ogni giorno sembra avvicinarci sempre di più ad una terza guerra mondiale. Le ultime dichiarazioni del Ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov sono solo l’ennesimo accento su questa possibilità.
I timori storici di un nuovo conflitto globale (che metterebbe fine a tutte le guerre, per il semplice fatto che porterebbe con sé la possibilità di una fine per la nostra intera specie) si ripetono periodicamente. Mai come ora, però. Può davvero iniziare qualcosa di terribile da un giorno all’altro, così, e farci scivolare in un incubo.
Terza guerra mondiale, perchè il rischio è concreto
Nel corso della storia, ci sono stati molti avvertimenti di una terza guerra mondiale incombente. Allarmi che si sono verificati tipicamente in tempi di forti tensioni globali o di grandi cambiamenti geopolitici. Ieri (a partire dagli anni ’50) era la corsa agli armamenti tra Stati Uniti e Unione Sovietica: oggi è l’ascesa della Cina come grande potenza economica e tecnologica
La “trappola di Tucidide” (un concetto sviluppato dal politologo di Harvard Graham Allison) è astorica. Ogni volta che una potenza emergente (in questo caso la Cina) ha sfidato una potenza consolidata (in questo caso gli USA) negli ultimi 2000 anni, la situazione è sfociata in una guerra mondiale. Oggi le cose non sono diverse.
Le promesse (illusioni?) legate alla globalizzazione partita ad inizio secolo hanno portato USA e Cina a collaborare spesso e volentieri, creando una robusta interdipendenza economica. Al punto che ancora 8 anni fa non sembrò un azzardo la presentazione di un progetto che avrebbe addirittura “connesso” le due nazioni con un tracciato ferroviario subacqueo. L’accantonamento del progetto è stato uno dei segnali eloquenti di sempre maggior rivalità. Il pericolo di una “guerra fredda” tra USA e Cina ha ormai oltre due anni di vita.
Le ragioni del contendere? Principalmente la competizione sul Mar Cinese Meridionale. La Cina rivendica quelle aree come sue acque territoriali, così come i ricchi giacimenti di petrolio e gas e il dominio sul 40% del commercio globale che transita attraverso questi mari strategici. Per gli USA, semplicemente, quelle sono acque internazionali e di libero passaggio.
Ultimo (ma non ultimo) venne il Covid
Se la contesa sul Mar Cinese non bastasse, è arrivato tutto il resto. In parte voluto, in parte imprevisto. L’impianto di sanzioni economiche imposto dagli USA, che ha colpito duramente alcuni asset tecnologici cinesi come Huawei è stato forse il primo segno di uno showdown. E poi la pandemia: un delirio medico, politico e forse scientifico (tra minacce americane di “fuga” del virus dai laboratori e controdeduzioni cinesi). Niente come il Covid ha accelerato la crisi in atto tra i due paesi. Niente o quasi, il che ci porta dritti dritti in Russia.
L’appoggio cinese ai russi non nasce oggi con il conflitto in Ucraina, anzi in questa fase vede particolare equilibrio. Ma è un percorso in atto da anni, che ha visto il suo punto massimo nella collaborazione spaziale tra i due paesi. Uno “schiaffo” all’Occidente che oltre un anno fa ha portato alla storica firma di un accordo Russia-Cina per la costruzione di nuove basi spaziali alternative a quelle attuali.
Quali rischi concreti di coinvolgimento militare?
Il conflitto ucraino è in corso dal 2014, quando la Russia ha annesso la penisola di Crimea. Negli ultimi mesi, c’è stata una forte escalation di violenza, con le forze ucraine che si sono scontrate con i separatisti sostenuti dalla Russia nella parte orientale del paese. Gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di fornire supporto militare ai separatisti e hanno imposto sanzioni in risposta. Nel frattempo, la Cina ha chiesto a tutte le parti di risolvere il conflitto attraverso il dialogo. Tuttavia, alcuni analisti credono che la Cina e gli Stati Uniti potrebbero essere coinvolti militarmente nel conflitto, il che potrebbe portare alla terza guerra mondiale.
Una delle principali preoccupazioni è che la Cina e gli Stati Uniti potrebbero essere coinvolti in una guerra per procura, con ogni parte che sostiene diverse parti nel conflitto. È proprio questo il succo del discorso fatto ieri da Lavrov. Considerate la Russia non un attore decisivo in questo momento, ma un grosso sasso che “sfregato” con quello Ucraino può dare origine a una scintilla gigantesca.
Una scintilla che potrebbe portare ad uno scontro diretto tra le forze cinesi e americane.
I rischi delle guerre “per procura” sono sempre gli stessi: che si traducano in guerre dirette. L’intervento di forze NATO nel conflitto ucraino potrebbe davvero portare la Russia ad usare armi nucleari, e uno scambio nucleare tra la Russia e l’Occidente avrebbe conseguenze devastanti per il mondo intero. Altri rischi potrebbero derivare dalla contesa nell’area delle “nuove rotte”, con l’ingresso della Finlandia nella NATO. Un rischio che paventavo anche alla vigilia del conflitto ucraino. È impossibile prevedere esattamente come si svolgeranno gli eventi, ma è chiaro che Lavrov abbia ragione (anche perchè concausa): i rischi di una grande escalation del conflitto ucraino sono reali e non vanno ignorati.
Come possiamo unire gli sforzi, e lavorare come comunità globale per disinnescare questa follia?
Alcuni avvertono che le armi e le tecnologie moderne, come i droni e le armi nucleari, potrebbero rendere questo potenziale conflitto ancora più devastante delle guerre precedenti.