Ricordate Iron Ox? Ve ne ho parlato qualche tempo fa. È la startup californiana che prova a combattere gli sprechi di acqua, le emissioni di gas serra e lo spreco di cibo automatizzando le colture.
Per farlo, Iron Ox sfrutta due robot sviluppati in proprio e supportati dall’intelligenza artificiale per eseguire la maggior parte delle attività agricole ripetitive e garantire che le risorse vengano usate in modo efficiente. Due robot che sono rispettivamente il braccio e la mente.
Grover, “il braccio”, può sollevare più di 450 chili (1.000 libbre), e aiuta a spostare i “moduli” delle piante (cioè le fioriere) attraverso alla serra. Lavora in tandem con Phil, “la mente” per irrigare e raccogliere le colture. Per massimizzare la resa e la qualità dei raccolti, Phil fornisce acqua e nutrienti, monitorando lo stato della coltura e i livelli di pH per ogni modulo, e garantendo che le risorse non vengano sprecate.
Colture indoor del nuovo millennio
Grover e Phil sono progettati per lavorare nelle serre, il che implica che Iron Ox deve radere al suolo una struttura prima di coltivare verdure a foglia, frutta e altri prodotti in una determinata regione. Ed è ciò che sta facendo. Dopo un primo impianto nell’area della baia di San Francisco, l’azienda ha appena ultimato la costruzione di una serra da 5000 metri quadri (53.000 piedi quadrati) a Lockhart, in Texas, dove porterà le colture sostenibili all’intero Stato.
“La struttura a Lockhart è un paradigma per portare in tutto il mondo progetti di agricoltura sostenibile vicini ai centri urbani”, dice Jen Capasso, responsabile delle comunicazioni senior di Iron Ox.
Vogliamo fare del cibo una risorsa rinnovabile per tutti. Ogni coltura nata in una struttura di Iron Ox rimarrà nelle vicinanze, garantendo alle nostre comunità circostanti l’accesso a prodotti freschi coltivati di recente, localmente e in modo sostenibile.
Jen Capasso
E il lavoro umano?
I robot creano preoccupazioni sulla delocalizzazione della manodopera in tutti i campi, ormai, ma quando si tratta di agricoltura sono particolarmente forti. Da tempo le colture tradizionali danno lavoro, anche se a basso reddito e spesso sfruttando (in qualche caso fino alla morte) stagionali o immigrati. Lavori non ideali, ma c’è chi ci vive.
Sul tema, Iron Ox taglia corto. Sostiene che l’agricoltura di precisione sia l’occasione per rinnovare tutto. La crisi del lavoro agricolo nasce dal fatto che sempre più persone vogliono allontanarsi da un lavoro estenuante e spesso dannoso per salute e ambiente: la tecnologia è un’alternativa positiva, che libera risorse umane per fare lavori più salubri e gratificanti.
“Attendiamo da tempo un aggiornamento tecnologico”, dice Capasso. “Introducendo la tecnologia nell’agricoltura, non solo possiamo aumentare l’efficienza, diventare più sostenibili, ma possiamo anche fornire ai lavoratori competenze tecnologiche altamente vantaggiose in un mondo digitale”. Iron Ox supporterà questa “transizione” lavorativa con programmi di formazione? Aspettiamo è vedremo.
Di certo l’avvento dei robot da raccolta e di serre automatizzate ridurrà drasticamente la manodopera: la direzione è quella di un mondo nel quale il concetto di lavoro umano va reinventato, possibilmente liberato dal disagio, possibilmente liberato dal “dovere”.