Corpi planetari come la Luna, Marte, gli asteroidi e le comete hanno tutti notevoli depositi di risorse preziose. Questo ha suscitato l’interesse dei ricercatori e delle aziende: tutti vorrebbero estrarle per fare nuove scoperte, ma soprattutto per motivi economici. Miniere spaziali?
Non sarà un’impresa semplice creare un’industria mineraria fuori dalla Terra.
Utilizzo delle risorse in loco
Se pensate che sfruttare miniere su altri corpi celesti consisterà subito nel raccogliere risorse riportarle sulla Terra, frenate: difficilmente questa sarà un’applicazione valida commercialmente. Non all’inizio, almeno.
Se volessimo stabilire una presenza umana a lungo termine sulla Luna, (questo propone la NASA), dovremmo rifornire gli astronauti che ci vivranno. E La stessa acqua, per dire, può essere riciclata solo fino ad un certo punto.
Ancora: inviare risorse da qui oggi è molto costoso: anche con un considerevole risparmio, l’attività di SpaceX permette oggi di inviare nello spazio un chilo di materiale per circa 2700 euro. Più probabile che le prime miniere spaziali serviranno sul posto. Dal ghiaccio all’ossigeno, passando per il suolo per costruire strutture (magari da stampare in 3D), tutte le attività si concentreranno direttamente in loco, all’inizio.
Sul medio periodo, le prime miniere spaziali potrebbero cambiare la gestione dei satelliti. Raggiungerli dalla Luna comporta meno energia che raggiungerli dalla Terra. Oggi vengono dismessi dopo 10-20 anni quando esauriscono il carburante. Alcune compagnie spaziali (come Orbit Fab) progettano satelliti da rifornire con propellente raccolto nello spazio.
Cosa potremmo estrarre dalle miniere spaziali?
Di tutto: alcune risorse preziose sono davvero abbondanti: ci sono asteroidi con quantità significative di metalli del gruppo del ferro, del nichel, dell’oro e del platino, da usare per scopi edilizi ed elettronici.
La regolite lunare (sia nel suolo che nelle rocce) può servire sia per realizzare celle solari in loco che per alimentare eventuali motori o centrali a fusione nucleare grazie all’elio-3 che contiene.
In quanto al ghiaccio (presente sulla Luna, su Marte e presumibilmente su asteroidi e comete), potrebbe essere usato per ricavarne acqua o ossigeno ed idrogeno da usare come propellente.
Come estrarremmo nello spazio?
Alcune proposte per l’estrazione mineraria al di fuori della Terra sono simili a quelle che riguardano miniere sulla Terra. Ad esempio, potremmo estrarre la regolite lunare con uno speciale escavatore con ruote a tazze o estrarre materiali da un asteroide usando una macchina per scavare tunnel.
Un team di ricercatori dell’Università del New South Wales Sydney propone di utilizzare il biomining. In sintesi, rilasciare batteri su un asteroide: i batteri consumerebbero determinati minerali e produrrebbero un gas da raccogliere e sfruttare.
Miniere spaziali: ci sono ancora sfide da affrontare
Inutile dire che ci sono molte sfide tecniche ed economiche da vincere prima di avviare una fiorente attività minatoria nello spazio. Ne individuo 5:
Per cominciare, più qualcosa è lontano dalla Terra, più tempo ci vorrà per raggiungerlo: c’è un ritardo fino a 40 minuti quando si invia un comando a un rover su Marte. La Luna “porta” un ritardo di soli 2,7 secondi e potrebbe essere ideale, così come altri piccoli corpi celesti che occasionalmente passano “accanto alla terra” a distanze simili.
Estrarre materiale fuori dalla Terra dovrà essere un processo guidato da remoto, o addirittura automatizzato: non è facile, se considerate che attualmente neanche sulla terra le miniere sono del tutto robotizzate (a parte, forse, quelle che servono alla costruzione di questa diga cinese).
Capitolo veicoli: abbiamo veicoli spaziali in grado di atterrare su asteroidi e perfino recuperare campioni, ma abbiamo ancora un tasso di successo piuttosto basso.
Questione ambientale. Le miniere nello spazio potrebbero contribuire a ridurre quelle sulla Terra. Ma se le operazioni di estrazione comporteranno un numero maggiore di lanci spaziali (compresi quelli per portare le risorse qui sul pianeta) potremmo trovarci di fronte ad un boomerang.
Però ci stiamo lavorando
Come avrete capito, siamo davvero agli inizi: tante aziende stanno lavorando ad un futuro che comporti miniere spaziali. La Canadian Space Mining Corporation, ad esempio, che sta sviluppando le infrastrutture necessarie. O l’americana Offworld che lavora a robot industriali per lo spazio. La Asteroid Mining Corporation sta pensando a creare addirittura un mercato per le risorse spaziali.
Tempo al tempo, insomma. Magari i nostri figli si regaleranno anelli di platino spaziale, chissà. In prospettiva, comunque, non è un “se”, ma un “quando”.