Come per altre città del mondo, il Covid ha sconvolto anche New York stravolgendo le sue esigenze di trasporto e sottraendo significative porzioni di spazio stradale per un utilizzo pedonale. Strade intasate di traffico sono diventate in poco tempo aree pubbliche, per le necessità (e anche i benefici) di un sempre maggior numero di pedoni.
Dopo la necessità, l’ingegno. Nel (non troppo) post Covid la città ora si chiede: “perchè non dovremmo continuare così?”. Questa domanda è diventata un piano reale, chiamato NYC 25×25 e sostenuto da Eric Adams, il sindaco di New York. Ve lo linko qui.
Un quarto di tutte le strade passano ai pedoni
La proposta NYC 25×25 è semplice: entro il 2025 il 25% dello spazio stradale di New York sarà convertito in piazze, aree pedonali, piste ciclabili, spazi verdi e corsie di autobus verdi. Niente male, vero? La risposta newyorkese alle politiche di altre città. Ad esempio Seattle, che a partire dal Covid ha “restituito” alle persone ben 32 chilometri di strade prima destinate alle auto. O Lubiana, in Slovenia, che ha dato ai pedoni (e a navette automatiche) tutto il suo centro storico. E Parigi con il suo Plan Vélo per le biciclette, o Barcellona e Madrid con il progetto dei superblocchi: gli esempi sono tanti.
La logica è che a New York (come altrove) la stragrande maggioranza delle strade dominate dalle auto non avvantaggia la maggior parte dei residenti della città. E nemmeno le auto, a dirla tutta. Nella Grande Mela nelle strade intasate di traffico ci si muove a una media di 8 chilometri all’ora (5 mph). Quasi come a piedi, la metà della velocità di una bicicletta. E il trasporto privato è responsabile di gran parte delle emissioni della città, dell’inquinamento e dei rifiuti urbani.
Vogliamo parlare della difficoltà per pedoni e ciclisti (tacendo lo sbalorditivo numero di quelli morti o feriti per incidente) nel districarsi tra le strade occupate e i veicoli parcheggiati?
In sintesi: ripensare lo spazio stradale aiuterebbe sia a pulire la città che a servire meglio i suoi residenti.
NYC 25×25: meno auto, più qualità della vita
Il direttore esecutivo del think thank che sta dietro la proposta NYC 25×25 si chiama Danny Harris. È considerato (in senso buono) un radicale del trasporto pubblico e della riorganizzazione urbana, e in una recente intervista al quotidiano inglese The Guardian ha illustrato la ratio del progetto.
Se vivi in un posto in cui acquistare un’auto e spendere 10.000 dollari l’anno per tenerla è il tuo unico modo di muoverti, allora i tuoi leader hanno fallito. Usare le strade per spostare e parcheggiare le auto è semplicemente uno spreco di spazio. Siamo accecati dall’industria automobilistica che vuole metterci un SUV in ogni garage e diamo la maggior parte delle città alle auto. E se i marciapiedi fossero più grandi? Se potessimo andare in bici o prendere più facilmente un bus? Se non avessimo cumuli di auto e rifiuti ad ogni angolo di strada?
Il piano di Transportation Alternatives (questo il nome del think thank) per New York prevede la creazione di ben 800 chilometri (500 miglia) di corsie per i bus, altri 800 chilometri di piste ciclabili protette, nuovi contenitori per i rifiuti e altri interventi.
In definitiva, NYC 25×25 comporterà l’equivalente di 13 Central Park di spazio pubblico tolti alle auto e dati ai pedoni.
Avanti così
Come detto, NYC 25×25 è stato approvato dal sindaco di New York, e si prepara ad entrare nella sua fase operativa.
I primi passi sono già stati fatti, con l’ampliamento delle aree pedonali a Times e Herald Square e la creazione di una grande pista ciclabile protetta a Central Park West. C’è ancora molto da fare, ma se tutto andrà come previsto, i newyorkesi potranno presto godere di un’aria più pulita, di un minore inquinamento acustico e (cosa più importante) di un’aria più pulita.
It’s up to you, New York!