Mi piace pensare che i miei lettori abbiano delle cose in comune con me: passioni, curiosità, gusti, visione della realtà. Probabilmente hanno anche qualche paura in comune con me: di questi tempi, quella che ho è di vivere in un pianeta che sta andando in una sola direzione, senza via di uscita.
Due fisici dell’Università del Maryland mi consolano parzialmente: il loro studio pubblicato da poco su Physical Review Research (eccolo qui) afferma che potrebbero esserci due realtà.
Ok, una è questa: e l’altra?
Secondo un comunicato stampa dell’università, come detto, esisterebbe una seconda realtà oltre la nostra, ma non sarebbe esattamente come ci aspettiamo. Durante uno studio sulle proprietà elettriche di sottili strati sovrapposti di grafene, i fisici Alireza Parhizkar e Victor Galitski hanno fatto una scoperta. Si sono resi conto che i risultati potevano rispondere ad aree diverse della fisica.
Nelle pile di grafene, l’elettricità cambia comportamento quando due fogli interagiscono tra loro. Per questo i due studiosi ipotizzano che una fisica unica possa emergere in modo simile da strati interagenti altrove, forse ovunque.
In altri termini? La nostra realtà sarebbe solo la metà di due “mondi” che interagiscono tra loro.
Realtà sovrapposte
Le eccezionali proprietà elettriche del grafene impilato e la possibile connessione alla nostra realtà con una “realtà gemella” derivano dalla fisica speciale prodotta da schemi chiamati motivi moiré.
I motivi moiré si formano quando due motivi ripetuti, dagli esagoni degli atomi nei fogli di grafene alle griglie degli schermi delle finestre, si sovrappongono e uno degli strati viene attorcigliato, sfalsato o allungato.
Galitski e Parhizkar si sono resi conto che la fisica di due fogli di grafene può essere reinterpretata. Potrebbe essere la fisica di universi bidimensionali in cui gli elettroni saltellano occasionalmente da un “piano” all’altro.
Per essere più chiari, e con parole da assoluto profano (i più esperti leggano la ricerca e ci aiutino a raccontarla meglio in termini semplici) ci sarebbero due mondi, ciascuno con sue leggi fisiche, che interagirebbero tra di loro producendo una fisica “comune”, fatta di campi “ibridi” capaci di essere presenti in entrambi i mondi.
Non ho idea se Parhizkar e Galitski faranno molti passi avanti con questa ambiziosa teoria, peraltro non l’unica a mettere in discussione la natura della nostra realtà e il modo in cui funziona il nostro universo.
So per certo che è maledettamente intrigante.