La presenza dei QR Code è ormai consolidata, qualcosa a cui siamo completamente abituati.
Li incontriamo seduti al tavolo del bar prima di ordinare, come mezzo per ottenere “informazioni aggiuntive”; li sfruttiamo in modo automatico, senza nemmeno accorgercene. Bisognava quindi aspettarsi un salto in avanti, una nuova introduzione in grado di cambiare le cose.
La novità arriva dalla Corea del Sud, dove un gruppo di ingegneri biomedici ha inventato uno spettacolare QR Code commestibile.
Il team di esperti è diviso a metà tra personalità operanti nella Purdue University e nella National Institute of Agricultural Sciences, conosciuti per la loro versatilità e conoscenza della biomedica. L’obiettivo del progetto è quello di costruire uno strumento in grado di verificare l’autenticità di alcolici di alta qualità, fino a riconoscere addirittura determinati prodotti farmaceutici.
Scopriamo qualcosa in più.
Il QR Code contro le bevande contraffatte
Il progetto del team di ingegneri unisce conoscenza della tecnologia e della biomedica, creando un mix più che impressionante.
Il QR Code è completamente fluorescente ed è fatto di seta. Il cliente può posizionarlo all’interno della bevanda e scansionarlo con la fotocamera dello smartphone, ottenendo informazioni importanti sul contenuto della bevanda. Il codice rivela la presenza – o assenza – di sostanze estranee, che non dovrebbero comparire all’interno del liquido.
Per la produzione dei tag è stata utilizzata la seta fluorescente, proveniente dai bozzoli di bachi da seta specializzati. Il biopolimero ottenuto permette di ricavare informazioni utili sul contenuto del liquido.
Nonostante i dubbi, i qr code sono completamente commestibili e possono essere ingeriti insieme alla bevanda. Allo stesso tempo, non hanno un vero e proprio sapore e non influenzano il gusto.
Ho i miei dubbi
La ricerca è stata presentata sulla rivista ACS Central Science, mostrata al pubblico come uno strumento utile per “tutelare i consumatori”.
Secondo il team, importanti marchi produttori di whisky e alcolici di qualità potrebbero iniziare a sfruttare il codice per dare una marcia in più ai propri prodotti, dimostrando l’autenticità degli ingredienti. Nel futuro, il team non esclude la possibilità di trasformare i codici QR in strumenti utili per contrastare la falsificazione dei farmaci.
Come ci ricorda Young Kim, professore associato alla Weldon School of Biomedical Engineering di Purdue:
“Le farmacie online vendono sostanze non controllate agli adolescenti. Le persone possono acquistare facilmente oppioidi contraffatti. Questo lavoro è estremamente importante per i pazienti e gli acquirenti nell’affrontare questo problema”
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