In settimana il telescopio cinese “Sky Eye” ha captato un curioso segnale che potrebbe provenire da una tecnologia extraterrestre. Almeno è quanto ha riportato il quotidiano cinese Science and Technology Daily, prima di rimuovere l’articolo.
Ok. Bravi. Il responsabile del neonato progetto di ricerca China Extraterrestrial Civilization Research Group, il prof. Zhang Tongjie, lo aveva detto a gennaio 2021: “saremo i primi a trovare la prova dell’esistenza degli extraterrestri,” e l’ha fatto.
O no?
Dovremmo essere incuriositi, ma non troppo. Per determinare se un segnale proviene veramente dallo spazio o è semplicemente il risultato di un’inaspettata fonte di interferenza terrestre, deve passare attraverso diversi controlli.
Ma facciamo prima un piccolo passo indietro.
Sky Eye
Ufficialmente noto come FAST, ( acronimo che sta per Five-hundred-meter Aperture Spherical Telescope) con i suoi 500 metri di ampiezza è il radiotelescopio monodisco più grande e sensibile al mondo. Una meraviglia dell’ingegneria, la cui gigantesca struttura è costruita in un bacino naturale nelle montagne del Guizhou, in Cina .
FAST è così grande che non può essere fisicamente inclinato, ma può essere diretto in una direzione attraverso migliaia di attuatori di deformazione che piegano la sua superficie riflettente. A quel punto cambia la posizione del suo punto focale, e il telescopio può osservare una diversa sezione del cielo.
FAST rileva le radiazioni a lunghezze d’onda radio (fino a 10 cm) e viene utilizzato per la ricerca astronomica in un’ampia gamma di aree. Una di queste è proprio la ricerca dell’intelligenza extraterrestre, o SETI.
Caccia alla tecnologia aliena
Negli anni ’60, l’astronomo americano Frank Drake puntò il telescopio Tatel (fa tenerezza dirlo oggi, era ampio 26 metri) verso due stelle vicine cercando segni di tecnologia. Da allora, nacque la ricerca sulle ‘firme tecnologiche’ degli alieni: i segnali ‘collaterali’ che dimostrerebbero la presenza di civiltà avanzate su altri pianeti (e quindi di tecnologie, o anche di inquinamento).
Checchè ne pensi chi sta seguendo con attenzione l’interessante serie di incontri tra il Congresso USA e il Pentagono (con allegati avvistamenti di UAP), in questi 60 anni non abbiamo ancora trovato alcuna prova finale di vita oltre la terra.
E si che FAST non è un cannocchiale da bambini. Segue 38 miliardi di tracce al secondo, che fa elaborare da un gruppo di super computer in grado di produrre grafici dettagliati dei segnali analizzati. I tracciati così ottenuti vengono poi analizzati per cercarvi “tecnofirme” che mostrerebbero la presenza di civiltà extraterrestri.
La sua sensibilità gli permette in teoria di captare anche un solo eventuale segnale radar da un vicino esopianeta. Non gli sfugge niente?
Il problema è un altro. Anzi, proprio il telescopio.
La sensibilità straordinaria di FAST rappresenta oggi anche il suo limite. Captare segnali anche molto piccoli aumenta il rischio di essere tratti in inganno da una interferenza prodotta dall’uomo.
È già capitato su altri telescopi: l’anno scorso, ad esempio, i ricercatori addetti al telescopio Murriyang hanno captato un segnale molto speciale, che hanno chiamato BLC1. Anche in quell’occasione più di un esperto saltò dalla sedia e forse si fece prendere dall’entusiasmo. Ed anche in quell’occasione si rivelò un’interferenza strana, ma sicuramente NON aliena.
Ci è voluto un anno, però, a capirlo. E gli scienziati hanno dovuto sviluppare un nuovo sistema di verifica. Lo vedete qui.
Serve tempo e non solo
Come con BLC1, anche con FAST potrebbe essere necessario attendere un po’ prima che il segnale captato venga analizzato in profondità.
A riconoscerlo è lo stesso professor Zhang Tongjie nel report da lui presentato:
“Anche la possibilità che il segnale sospetto sia una sorta di interferenza radio è molto alta e deve essere ulteriormente confermata ed esclusa. Questo potrebbe essere un processo lungo.”
E potremmo doverci abituare a un divario tra la ricerca di segnali candidati e la loro verifica. È probabile che FAST e altri telescopi trovino molti più segnali di interesse.
La maggior parte di questi si rivelerà essere un’interferenza, ma alcuni potrebbero essere nuovi fenomeni astrofisici e alcuni potrebbero essere firme tecnologiche in buona fede. Chissà. In ogni caso: calma.