L’idea di una settimana lavorativa di quattro giorni è popolare da anni, ma l’accento che la pandemia ha messo sull’equilibrio tra lavoro, vita privata e salute sta contribuendo alla sua affermazione.
Le aziende che offrono ai dipendenti più tempo libero o un fine settimana più lungo per riposare e trascorrere più tempo con le loro famiglie sono in aumento. E riferiscono di avere un personale più riposato e motivato al lavoro, anche se deve dare di più durante la settimana.
Un recente articolo di CNBC mette in evidenza alcuni esempi di introduzione del sistema lavorativo di quattro giorni.
Settimana lavorativa di quattro giorni, sempre più casi di successo
Già nel 2019 l’azienda londinese Big Potato Games, produttrice di giochi da tavolo, ha iniziato a sperimentare una settimana lavorativa più breve. Da allora, le vendite sono aumentate del 350%. Dal 2020, questa modalità è stata integrata direttamente in tutti i nuovi contratti di lavoro. I dipendenti? Segnalano una “enorme differenza” nella vita quotidiana: ora sono in grado di gestire meglio il loro tempo e di fare più cose gratificanti.
In Scozia, l’agenzia di marketing Lux ha tentato la settimana lavorativa di quattro giorni nel 2020. La particolarità? Si è trattato di un esperimento “al buio”. I clienti non sapevano dell’esistenza di questa politica, e sono stati inconsapevoli ‘cavie’: Metà del personale ha coperto turni di lavoro dal lunedì al giovedì, l’altra metà dal martedì al venerdì.
I risultati? Eclatanti. I clienti non hanno notato alcuna differenza. I dipendenti si. Eccome.
Il sistema avanza in tutto il mondo
Oggi diversi paesi stanno adottando la settimana lavorativa di quattro giorni. Belgio ed Emirati Arabi lo hanno già fatto in via ufficiale. UK, Irlanda, USA e Nuova Zelanda sono in fase di test.
Tra le grandi aziende, Microsoft ha ottenuto un aumento del 40% della produttività dopo un primo test.
Da quando Henry Ford intuì che una settimana lavorativa di cinque giorni (a parità di salario) avrebbe aumentato la produttività, la pratica standard per il lavoro è stata questa più o meno ovunque. I fatti ci portano a pensare che entro i prossimi anni ci sarà una ulteriore spinta alla riduzione.
Una settimana lavorativa di quattro giorni migliora il morale, la salute mentale e la produttività. Riduce i costi dei dipendenti (che riducono le spese legate al pendolarismo) e delle aziende, con risparmi su energia e forniture.
E l’ambiente? Certo, ci sarei arrivato. Una stima pubblicata lo scorso mese dall’iniziativa ‘4 Day Week’ mostra che un passaggio alla settimana lavorativa di quattro giorni entro il 2025 potrebbe ridurre le emissioni nocive dell’equivalente di tutte le auto del Regno Unito.
Allora che aspettiamo?
Facciamoci l’abitudine
Come per lo smartworking (altro nodo tutto da affrontare, tra rischi e opportunità), anche il sistema dei quattro giorni presenta delle sfide. Non tutti i modelli aziendali esistenti potrebbero avvantaggiarsene. Non tutti i lavoratori potrebbero voler lavorare un po’ di più in settimana per avere giorni di riposo in più.
E più di tutto, molti manager dovrebbero cambiare del tutto il loro approccio. Abbandonare quella per cui un dipendente non lavora se non è sotto il tuo “occhio” interessato.
L’evoluzione, oggi più che mai, è questione di cultura.